È stato inaugurato nella città
bosniaco-erzegovese di Bihać un nuovo Centro volto alla
protezione di migranti minorenni non accompagnati e di persone
in condizioni di elevata vulnerabilità. Dedicato alla memoria di
Adriano Poletti, ex Sindaco di Agrate Brianza e per anni
dirigente delle Acli, recentemente scomparso, il Centro è stato
edificato dalla Ong italiana Ipsia-Acli nell'ambito del progetto
Brat (Balkan Route - Assistenza in Transito), finanziato
dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics).
Una volta pienamente operativo, il centro potrà ospitare fino a
30 ospiti: non solo migranti presenti nei vicini campi di Lipa e
Borići, ma anche persone della comunità locale provenienti da
contesti di vulnerabilità, all'insegna dell'attenzione verso le
comunità di accoglienza che caratterizza il progetto.
L'Ambasciata d'Italia in Bosnia Erzegovina era presente con
il Primo Segretario Riccardo Righelli, che ha lodato l'ampio
coinvolgimento di attori della comunità internazionale, delle
istituzioni locali e della società civile che ha reso possibile
la costruzione della struttura. L'iniziativa ha infatti visto
coinvolti, oltre ad AICS e IPSIA-ACLI, anche il Ministero della
Sicurezza della Bosnia Erzegovina (era presente per l'occasione
Mustafa Pašalić, Capo Dipartimento Accoglienza e Programmi del
Settore Asilo) e la Città di Bihać, rappresentata dal Sindaco
Elmedin Sedić e dal Direttore del Centro per i Servizi sociali,
Senad Tutić.
Per IPSIA-ACLI, erano presenti il Presidente Marco Calvetto e
la Direttrice di IPSIA BiH, Silvia Maraone. "Questa nuova
struttura" - ha dichiarato la dottoressa Maraone - "rappresenta
un significativo passo avanti nella protezione e nel sostegno
dei giovani più vulnerabili della nostra comunità. Proprio per
questo sarà dedicato alla memoria del caro amico Adriano
Poletti, che insieme ad amici e colleghi diede inizio
all'avventura di IPSIA in Bosnia Erzegovina".
Bihać è situata a poca distanza dal confine croato. Il
Cantone dell'Una-Sana, ove è collocata la città, rappresenta uno
dei punti più sensibili della rotta balcanica ed è uno dei
luoghi da cui i migranti presenti in Bosnia-Erzegovina cercano
di oltrepassare il confine con l'UE. Nell'ambito del progetto
BRAT, è stato possibile predisporre nel territorio del Cantone
non solo il complesso in questione, ma anche ulteriori strutture
interne o esterne ai campi profughi di Borići (rivolto a
famiglie e minori) e di Lipa (uomini adulti), con l'obiettivo di
fornire assistenza materiale, psicologica e sociale.
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