Favorire "l'equità sociale,
permettendo ai soggetti "digitalmente fragili" di accedere ai
sistemi di Intelligenza artificiale e prevedere meccanismi per
proteggerli da un abuso o utilizzo scorretto di questi servizi,
garantire trasparenza e conoscenza dei processi per comprendere
potenzialità e limiti" della tecnologia ed "estendere alle
professioni ordinistiche e ai loro ministeri vigilanti
l'Osservatorio sull'adozione di sistemi" di impiego degli
strumenti innovativi nel mondo del lavoro, prevedendo che gli
Ordini introducano nei codici deontologici specifiche norme
comportamentali per l'uso.
Sono alcune delle proposte presentate da ProfessionItaliane,
l'associazione costituita dal Comitato unitario delle
professioni (Cup) e dalla Rete delle professioni tecniche (Rpt)
in rappresentanza di 23 Consigli nazionali e oltre 2,3 milioni
di professionisti nel corso dell'evento "Lavoro e Ia: verso un
futuro etico nei servizi pubblici e professionali", che si è
svolto oggi a Roma presso lo Spazio Europa.
"Trasparenza, informazione, conoscenza, formazione, mediazione,
etica, deontologia, dati ed evoluzione professionale sono le
parole chiave che animano le osservazioni dei professionisti
anche alla luce dell'Ai Act (il primo regolamento europeo in
materia) in vigore dallo scorso 1 agosto", si legge.
"Il futuro delle professioni passa attraverso la formazione e
l'aggiornamento continuo", ha dichiarato il presidente di
ProfessionItaliane, Rosario De Luca. "Per rimanere competitivi -
ribadisce il vice presidente dell'associazione Armando Zambrano
- i professionisti dovranno aggiornare costantemente le proprie
competenze. L'intelligenza artificiale rappresenta un grande
passo avanti per ottimizzare i processi, riducendo errori e
migliorando l'efficienza. Siamo convinti che sarà sempre più
presente nel nostro lavoro, perciò i professionisti dovranno
governarla in un quadro di regole certe", termina la nota.
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