"In un caso su sette le aggressioni
ai danni dei sanitari coinvolgono professioniste donne, tra le
più colpite dal fenomeno. Dati che potrebbero essere
sottostimati se si considera che le ostetriche sono sempre state
restie nel denunciare le violenze subite. Serve più prevenzione
ed educare al rispetto dell'altro". Così la presidente della
Fnopo, la Federazione nazionale degli Ordini della professione
ostetrica Silvia Vaccari, in una nota, in occasione della
Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la
violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari
(il 12 marzo). "Secondo i dati Amsi 2025, gli episodi di
violenza sono aumentati del 38% negli ultimi cinque anni. Non
sono pochi gli episodi di aggressioni, sia fisiche che verbali,
che si consumano in primis nella sale parto e poi anche negli
ambulatori. Soprattutto, quando un momento meraviglioso come la
nascita, a causa di complicanze inaspettate, si trasforma in un
evento tragico ed inaspettato", afferma.
Tra le soluzioni suggerite dal sindacato, prevenzione ed
educazione. "Non può esserci prevenzione senza educazione.
Educare i cittadini, dunque, al rispetto dei professionisti
sanitari, spiegandogli che maggiore sarà la serenità
dell'ambiente in cui lavoriamo e maggiore sarà la possibilità
che avremo di impegnarci al massimo delle nostre competenze.
Ognuno di noi - dice - rispetta dei protocolli e delle procedure
che ci indicano il livello di priorità, ovvero quali casi sono
da ritenere più urgenti rispetto ad altri. Le decisioni del
professionista sanitario non sono mai frutto di una personale
scelta, ma guardano sempre al bene della collettività". Proprio
per formare e sensibilizzare sul tema, "a partire dal mese di
settembre dello scorso anno, mese in cui la Federazione degli
Ordini ha tenuto un primo webinar, sono stati e saranno
organizzati momenti formativi che speriamo, anche di concerto
con le Istituzioni, possano essere estesi anche alla
cittadinanza, a partire dai più giovani con incontri nelle
scuole", conclude Vaccari.
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