"Su, comunisti della capitale, è giunto alfine il dì della riscossa, quando alzeremo sopra al Quirinale bandiera rossa''. E' la prima strofa di una canzone del vecchio Pci di Roma che oggi sembra una profezia, vista l'elezione di Giorgio Napolitano al Colle, primo ex Pci della storia repubblicana. I militanti comunisti più anziani se la ricordano ancora per averla cantata in mille cortei sin dai tempi del dopoguerra. Ma anche i più giovani per averla ascoltata in molte delle raccolte di canzoni politiche italiane, pubblicate recentemente.
Una canzone antica che nel corso degli anni ha subito varie trasformazioni. Infatti, la canzone nasce a Civitavecchia, composta da alcuni nuclei anarchici. Successivamente è stata adottata dal Partito Comunista italiano. Ma una volta fatta propria dal Pci, si racconta, ha subito varie modifiche nel testo. La seconda strofa inizialmente recitava: ''Questa città ribelle e mai domata dalle rovine e dai bombardamenti; la guardia rossa suona l'adunata: tutti presenti''.
Il Partito comunista, si dice, avrebbe cambiato l'ultimo verso sostituendo la ''guardia rossa'' con il nome del ''Migliore'', Palmiro Togliatti. Ma questa non è l'unica canzone che fa riferimento alla ''conquista'' del Quirinale come obbiettivo finale di una forza politica. Stelvio Garasi, memoria storica della sezione Ds Centro Storico, la stessa di Napolitano, ricorda che i repubblicani romani, nei primi del '900, concludevano il loro inno, ''Bandiera Rossa'', con l'auspicio in romanesco di ''annà a Montecavallo'', il nome popolare con cui all'epoca era indicato il Quirinale, di cui è rimasta traccia nel nome di una strada adiacente al Colle, Via Montecavallo.
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