Dopo i migranti, le rinnovabili. Giorgia Meloni sigla un altro patto strategico con Edi Rama, e questa volta è un'intesa a tre, con gli Emirati Arabi Uniti. L'obiettivo è la produzione di energia verde in Albania, fino a 3 gigawatt, e il trasporto di 1 gigawatt in Italia con un cavo sottomarino attraverso l'Adriatico.
Un investimento da un miliardo, con un orizzonte di tre anni, annunciato ad Abu Dhabi in occasione della Sustainability Week, dove la premier ha rimarcato la necessità di puntare sulle "interconnessioni", come "chiave di una nuova diplomazia energetica" e di un "approccio pragmatico" alla transizione.
Per questo, ha sottolineato, non vanno considerati solo rinnovabili, gas, biocarburanti e cattura di biossido di carbonio, ma anche la fusione nucleare: "Può trasformare l'energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile" e "cambiare effettivamente la storia".
La missione di poco più di ventiquattro ore consente così a Palazzo Chigi di fare un nuovo passo avanti nei rapporti con gli Emirati Arabi Uniti, dopo il lavoro di ricucitura di Meloni con il presidente Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan, seguito ad anni di tensioni con l'Italia. Un asse sviluppato anche ma non solo sull'energia, con Eni ed Enel.
Non a caso, la premier, a margine del summit e durante il pranzo ufficiale, ha introdotto allo sceicco Flavio Cattaneo, l'ad di Enel, che a dicembre ha perfezionato una partnership industriale con Masdar, società di Abu Dhabi specializzata nell'energia green, e non esclude nuove collaborazioni in futuro.
È invece storicamente solido il rapporto fra Roma e Tirana, e si è dimostrato altrettanto quello fra Meloni e Rama, seppur una conservatrice e l'altro socialista, come dimostrato anche dal protocollo per la gestione dei migranti.
Nel giorno del suo quarantottesimo compleanno la premier è accolta all'Adnec Centre proprio dal primo ministro albanese, che si inginocchia e le regala un foulard. Rama è convinto che i centri di Gjader e Shengjin, sui territori messi a disposizione dal suo Paese, alla fine funzioneranno, e che intanto hanno un "effetto deterrenza".
Quel protocollo, ha notato, "non è una questione di convenienza" ma "di fratellanza". Il patto sulle rinnovabili, invece, "sarà di grande aiuto", non solo alla strategia di diversificazione delle fonti del suo Paese ma a anche a livello europeo.
Per Meloni è una di quelle soluzioni "pragmatiche" per affrontare in modo "concreto e sostenibile" la transizione energetica. Ed è un tassello ulteriore nella strategia per rendere la Penisola un hub energetico per i flussi fra Europa e Africa. Sono coinvolti i tre governi, ha spiegato la presidente del Consiglio, ma anche "i nostri settori privati e i nostri operatori della rete".
L'accordo pone particolare attenzione a fotovoltaico, eolico e a soluzioni ibride con potenziale di accumulo tramite batterie. Il partenariato strategico a tre "rafforza la cooperazione con Paesi dotati di un grande potenziale per sviluppare energie rinnovabili a costi contenuti", ha sottolineato il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto, che ha firmato l'intesa con gli omologhi di Albania e Emirati Arabi Uniti.
Ha partecipato alla missione anche il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida: ha avuto un incontro con il ministro del Commercio estero degli Emirati Arabi Uniti, Thani bin Ahmed Al Zeyoudi, che, spiega una nota, "ha rappresentato un'importante occasione per rafforzare ulteriormente la cooperazione bilaterale e sviluppare settori di interesse comune".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA