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Santanchè a processo a Milano per falso in bilancio

Santanchè a processo a Milano per falso in bilancio

A giudizio con altri 16 per il caso Visibilia. La Difesa: "Amareggiati"

17 gennaio 2025, 20:16

Francesca Brunati e Igor Greganti

ANSACheck
Daniela Santanchè - RIPRODUZIONE RISERVATA

Daniela Santanchè - RIPRODUZIONE RISERVATA

 La prove raccolte dalla procura di Milano sono state tante e tali che la strada del proscioglimento non è stata possibile. È "indispensabile", invece, procedere con il dibattimento. Per questo la ministra del Turismo Daniela Santanchè è stata mandata a processo, con altri 16 imputati, con l'accusa di false comunicazioni sociali nel caso Visibilia, il gruppo che ha fondato e che poi ha lasciato dismettendo cariche e quote in vista di un ruolo istituzionale nel governo di Giorgia Meloni. 

 

Video Caso Visibilia, l'ex socio: 'Soddisfazione quando riavro' i miei soldi'

 

 A decidere il rinvio a giudizio, in linea con la richiesta dei pm Marina Gravina e Luigi Luzi, che hanno coordinato le indagini assieme all'allora aggiunto Laura Pedio (ora procuratrice di Lodi), è stata in tarda mattinata la gup Anna Magelli. La quale ha dichiarato la prescrizione del reato per gli anni dal 2016 al 2018 e ha accolto il patteggiamento proposto dall'ex consigliere Federico Celoria a 2 anni, pena sospesa, e 5 mila euro di confisca e da Visibilia Editore e Visibilia Editrice, rispettivamente a 63 mila e 300 euro e 30 mila euro di sanzione e 15 mila euro e 10 mila euro di confisca.

 

 

 

Video Caso Visibilia, Santanche' rinviata a giudizio. Il legale: 'Amaro in bocca'

 

 "È una decisione che ci lascia l'amaro in bocca, ma che un po' ci aspettavamo - commenta il difensore della senatrice Nicolò Pelanda subito dopo la lettura del provvedimento -. Siamo pronti a dimostrare l'estraneità alle accuse "in aula sebbene fino all'ultimo la speranza è stata "un esito diverso". Anche perché, spiega il legale, "si sostiene da parte dei pubblici ministeri che i piani industriali avrebbero contenuto previsioni eccessivamente ottimistiche e da qui la necessità di svalutare" l'avviamento. "Ma nel vecchio procedimento la Guardia di Finanza di Milano e i pm sostenevano, invece, che i piani industriali avevano previsioni addirittura di natura conservativa e per questo avevano chiesto l'archiviazione".


Invece toccherà alla seconda sezione penale del Tribunale valutare gli elementi probatori portati dall'accusa e dalla difesa a partire la prossimo 20 marzo quando prenderà il via il dibattimento, il primo per Santanchè in qualità di imprenditrice. Con lei a giudizio ci saranno anche il compagno Dimitri Kunz, l'ex compagno Canio Giovanni Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero la nipote Silvia Garnero, Antonino Schemoz, amministratore del gruppo dall'agosto 2019 dopo la ministra e poi liquidatore delle società e pure Visibilia srl in liquidazione. Di certo, se dovessero diventare definitivi entro un paio di settimane i patteggiamenti, i pm avranno una carta in più da calare per dimostrare la loro ipotesi.


Con il provvedimento della giudice Magelli "è stato confermato quello che abbiamo sempre sostenuto", ossia "che certe operazioni di bilancio non fossero corrette", dice Giuseppe Zeno, uno dei piccoli azionisti tra le tre parti civili nel procedimento. "Quella di oggi non è una vittoria. Sarò soddisfatto quando rivedrò indietro i miei soldi. Abbiamo perso tra i 350mila e i 400mila euro", aggiunge l'imprenditore campano alla guida dei soci di minoranza che quattro anni fa, assistiti dall'avvocato Antonio Piantadosi, hanno cominciato una 'battaglia' nei confronti di Daniela Santanchè e i suoi coimputati, portando la vicenda nelle aule di giustizia con denunce sfociate nelle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf e nel procedimento civile finito con l'amministrazione giudiziaria, prorogata fino al 31 gennaio, per la Editore e l'Editrice.


Dunque, tra circa due mesi si aprirà la fase dibattimentale per accertare se, come si ipotizza, i bilanci siano davvero stati truccati per sette anni, tra il 2016 e il 2022, per nascondere "perdite" milionarie e permettere al gruppo editoriale di rimanere in piedi ingannando gli investitori e, di conseguenza, continuare a trarre "profitto" da aziende ancora attive. 

 

 

 

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