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Sala e Guerini si smarcano su terzo mandato, tensione nel Pd

Sala e Guerini si smarcano su terzo mandato, tensione nel Pd

Il sindaco di Milano: 'Il no è una posizione antistorica'

MILANO, 18 gennaio 2025, 20:01

di Michela Nana

ANSACheck
Giuseppe Sala - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giuseppe Sala - RIPRODUZIONE RISERVATA

Solo due giorni fa aveva dato ragione ai governatori Luca Zaia e Vincenzo De Luca sul terzo mandato e Beppe Sala è tornato sul dibattito che infiamma la politica criticando duramente "il partito per cui voto e ho sempre votato", cioè il Pd. Quella dei Dem che dicono no al terzo mandato "mi pare veramente una posizione antistorica", ha osservato senza giri di parole il sindaco di Milano arrivando all'evento promosso in città da Comunità democratica di Graziano Delrio.

Apre a una riflessione sul terzo mandato e quindi si smarca dal suo partito anche Lorenzo Guerini, che sempre a margine dell'evento milanese ha sostenuto come sia "un tema aperto a tante opinioni. Forse una riflessione su questo va fatta". Il limite "è stato pensato per impedire che le cariche monocratiche si protraessero per molto tempo e ci potesse essere poco ricambio - ha spiegato Guerini - poi è stato man mano tolto".

Romano Prodi, da parte sua, intervenuto in collegamento alle iniziative parallele di Milano e Orvieto ha sottolineato la necessità di valorizzare l'appoggio popolare agli amministratori locali: "pensiamo che il grande appoggio popolare di cui godono - ha detto l'ex premier - sia una risorsa di straordinaria importanza che dobbiamo assolutamente valorizzare".

La linea scelta dalla segretaria del Pd Elly Schlein va però in direzione opposta: solo pochi giorni fa ha ribadito la contrarietà ad ulteriori incarichi per i governatori che hanno superato i due mandati, in Campania come altrove. "Inutile tornarci sopra", la replica tranchant dell'eurodeputato Sandro Ruotolo, della segreteria Pd. Si tratta - ha evidenziato - di una questione "archiviata, è il passato", altro che antistorica.

Eppure è alla "coerenza" che il sindaco di Milano richiama: il limite si applica infatti solo agli amministratori locali e ai presidenti di Regione e non a chi siede in Parlamento, è il ragionamento portato avanti a difesa della necessità di cambiare. Tesi che ricalca quanto osservato anche dal presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia. Il dibattito infatti attraversa entrambi gli schieramenti: nel centrodestra FdI e FI si continuano a mostrare contrari all'ipotesi di rivedere le attuali regole. "Due mandati come limite, sì come avviene nei comuni, no come avviene in parlamento e alle europee, o quando fanno comodo? - la provocazione però di Sala -. Quando si dice che i sindaci o i presidenti di Regione rischiano di avere troppo potere, non si capisce la vita che facciamo, non abbiamo tutto questo potere". C'è, semmai, secondo Sala, il potere del cittadino elettore di "mandarci a casa", cosa che in Parlamento non avviene perché gli eletti sono tutti "imposti".

Fatto sta che il sindaco di Milano si dice consapevole che "sarà molto difficile che il terzo mandato diventi regola in Italia. Io credo che gli amministratori locali debbano essere una forza anche per il Pd. Non vorrei - è la chiosa - che fossero visti con un po' di fastidio".

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