Calma e gesso: questa la linea scelta dalla Farnesina, anche attraverso serrate interlocuzioni con il Quirinale, rispetto al nuovo attacco al presidente della Repubblica partito dalla Russia, ancora una volta attraverso la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. Governo e Quirinale vanno avanti insieme e scelgono di non risponderle pubblicamente, almeno per ora.
Al Quirinale si conferma la linea del riserbo e della serenità e si spiega che nulla è cambiato rispetto al primo affondo di venerdì scorso: le parole pronunciate da Mattarella a Marsiglia sono chiare. E poi dai palazzi istituzionali emerge una riflessione: possibile che il Cremlino abbia al centro dei propri pensieri le parole di Sergio Mattarella piuttosto che il costante appoggio, anche militare, fornito a Kiev dall'Italia? Domande che quasi scompaiono di fronte alla complessità e alla delicatezza della situazione internazionale in queste ore.
"L'Italia è sempre stato un Paese pronto alle mediazione, aperto al dialogo con tutti", spiega una fonte di governo ragionando sulla necessità di muoversi con estrema prudenza in questa fase.
Perché, al di là della Conferenza di Parigi dove ha partecipato la premier Giorgia Meloni, è un dato di fatto che con la Russia si sia aperta una trattativa. I toni aggressivi vengono quindi considerati dal governo inutili, se non dannosi. La ricerca dell'equilibrio in questa fase viene privilegiata, visto che anche i rapporti dell'Unione europea con l'amministrazione Trump non sono idilliaci. In questo quadro si potrebbe spiegare la scelta della premier di non intervenire una seconda volta.
Ma c'è di più. Attente analisi provenienti da Mosca leggono le esternazioni della Zakharova in chiave di politica interna: molti si interrogano sulla virulenza dell'uscita della portavoce chiedendosi se veramente stia parlando a nome del Cremlino o solo a nome del suo ministro Lavrov. Nei centri di potere russi, è il ragionamento, ci sarebbero dei riposizionamenti determinati dal rientro di Vladimir Putin sulla scena internazionale attraverso i colloqui diretti con Trump. Il sospetto - ed è uno dei motivi che spinge alla prudenza la Farnesina - è insomma che Zakharova stia entrando sempre più velocemente nel circolo dei "falchi".
I contatti sono continui e il governo, attraverso la Farnesina, sta in ogni caso lavorando ad un'eventuale risposta.
Resta da calibrarne la portata, anche perché le opposizioni chiedono a gran voce la convocazione dell'ambasciatore russo in Italia. Mossa ancora non scartata definitivamente dal tavolo.
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