Un'università sempre più aperta e
vicina a Firenze e ai fiorentini e in un dialogo costante con le
istituzioni e le altre realtà accademiche per un dibattito
aperto e pubblico sull'Europa e il suo futuro. Sono alcuni degli
obiettivi di Patrizia Nanz, presidente dal marzo 2024
dell'Istituto universitario europeo di Firenze, che traccia
alcune delle linee guida per l'Iue.
Politologa di origini tedesche, esperta di democrazia
europea, partecipazione pubblica e sostenibilità, Nanz è la
prima donna ad essere nominata per un mandato completo
presidente dell'Iue, realtà accademica che conta 700 dottorandi,
che salgono a circa 1000 con i master, e 200 professori da 100
paesi, e che il prossimo anno festeggerà 50 anni dalla sua
istituzione alla Badia Fiesolana. "Voglio aprire la ricerca al
dibattito pubblico, che sarebbe importante anche per una platea
di non specialisti, coinvolgendo altri settori e università ma
anche scrittori, artisti, il Comune, le istituzioni e la società
civile - spiega Nanz -. Affinché l'università non sia vista solo
in maniera unidirezionale. Chi fa ricerca poi la comunica al
mondo ma con un dialogo e un'apertura al di fuori del mondo
accademico per immaginare insieme un futuro europeo. Soprattutto
in questo momento storico". In questa direzione si muovono
iniziative come la mostra sulla guerra a Gaza, con gli scatti di
sei fotoreporter palestinesi, appena aperta alla Badia Fiesolana
e aperta gratuitamente al pubblico o le future iniziative, come
una rassegna cinematografica, che coinvolgeranno anche la nuova
sede di Palazzo Buontalenti, nel centro storico di Firenze. Ma
pure una 'rilettura' di State of the Union. "L'Iue - ricorda
Nanz - è stato creato nel 1976 e la nostra missione non è solo
pensare all'eredità culturale dell'Europa ma anche dare un
orientamento, non solo con la ricerca, e formare i leader del
futuro, ma anche creare un dibattito pubblico sull'Europa. E'
quello che manca un po' in questo momento in cui il progetto
europeo è in stallo. In questo l'Italia potrebbe giocare un
ruolo fondamentale". Per Nanz "se uno pensa ai paesi fondatori
dell'Unione europea l'Italia è quello che in questo momento ha
una maggiore stabilità e sarebbe bellissimo che arrivasse
proprio dall'Italia un segnale per l'Europa, come già fatto con
il manifesto di Ventotene. Oggi ci vorrebbe una spinta in questo
senso".
In quanto realtà fiorentina l'Iue condivide poi con Firenze
alcune problematicità, a partire dalla questione degli alloggi
per i propri studenti e ricercatori che arrivano da numerosi
paesi del mondo. Un aspetto, si spiega, legato alla penuria di
affitti residenziali ma anche alla disparità di trattamenti
economici delle borse di studio, i grant, che ogni paese
stabilisce per i propri ricercatori, con persone che, a parità
di lavoro e impegni, percepiscono guadagni molto differenti tra
loro.
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