Trasformare il dolore in arte e dare
alla disperazione una prospettiva di pace. Il pittore trevigiano
Sergio Sini (1924-1986) è riuscito in questa impresa. E la
scelta di affidare ai colori e alle immagini la sua ricerca
interiore traspare con evidenza dai suoi dipinti, ora esposti a
Villabassa (Bz), in Val Pusteria, dal 5 luglio al 29 settembre,
in una mostra che gli è stata dedicata dal Museo del Turismo in
occasione del centenario della nascita.
Sergio Sini, infatti, in quegli stessi luoghi delle Dolomiti
che racconta su tela con tanto amore e infinita passione è stato
prigioniero durante la seconda guerra mondiale. E a breve
saranno esposti nel museo Wasserman, sempre di Villabassa, anche
i disegni che fece a 20 anni, nell'agosto del 1944, usando fondi
di caffè, terra o radici, quando venne rinchiuso in un
'Kriegsgefangenenlager', un campo di concentramento per i
prigionieri di guerra. "Ma non nutrì mai alcuna rabbia o
risentimento nei confronti dei tedeschi - racconta il figlio
Giorgio Sini, pianista e direttore d'orchestra - anzi.
Tutt'altro. Era affascinato dalla cultura tedesca ed è voluto
tornare in quei luoghi proprio per rivederli con altri occhi.
Con gli occhi della pace".
Ed è proprio nella pace, sottolinea il figlio Giorgio, che
"lui credeva profondamente". Un tema che gli stava
particolarmente a cuore e che ha voluto trasmettere anche ai
figli. Come dimostra il fatto che Giorgio Sini abbia dato vita,
proprio in questi anni di guerra, ai Solisti della Serenissima,
un quartetto d'archi composto da un musicista russo e da uno
ucraino, da uno israeliano e da uno palestinese perché "la
musica e la cultura - incalza - devono essere un ponte tra gli
uomini, qualcosa che unisca e renda fratelli".
Protagonisti assoluti dei quadri di Sergio Sini sono il
colore e l'attenzione che viene dedicata ad ogni più piccolo
dettaglio: dalla foglia ai piedi dell'albero, al masso nascosto
tra le radici; dal rosso geranio che si riempie di luce alle
cime delle montagne che si 'sciolgono' tra cielo e nuvole.
Chiunque conosca quei luoghi, chiunque si sia arrampicato per
questi sentieri e abbia ammirato la magnificenza di quei masi,
nei quadri di Sini ci si 'ritrova'. Tornando a vivere ricordi ed
emozioni. A respirare di nuovo l'aria tersa che in valli come la
Pusteria circonda ogni cosa. Anche i sogni.
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