La produzione di olio in Umbria si
avvia registrare valori vicino alla norma, in netta ripresa
quindi rispetto al calo dello scorso anno. È quanto afferma
Giulio Mannelli, presidente Aprol Umbria e vicepresidente
Coldiretti Perugia, ricordando come la campagna olivicola in
corso si attesterà "molto probabilmente su una produzione
soddisfacente, in controtendenza rispetto alle stime nazionali
(-32%), con una qualità prevista a buoni livelli, seppur con
rese ancora non elevate".
Se nella scorsa annata il clima aveva condizionato
pesantemente la raccolta - spiega Mannelli - questa campagna non
ha registrato difficoltà significative nell'allegagione delle
piante, che non presentano neanche particolari problemi per
quanto riguarda gli attacchi di mosca olearia. Come Aprol ne
abbiamo monitorato l'andamento in tutta l'Umbria, riscontrando
che, grazie al caldo estivo, l'attacco è rimasto molto basso e
in alcune realtà inesistente. Le piante - riferisce Mannelli -
sono riuscite pure a resistere allo stress idrico, anche se con
qualche distinguo nei vari territori, e tutto ciò incide
positivamente su qualità e quantità del prodotto, anche se le
rese delle olive ancora non risultano elevate. C'è ottimismo
quindi per una raccolta che dovrebbe quantomeno avvicinarsi alla
media.
"L'olivicoltura - ricorda Mannelli in una nota - rappresenta
uno dei fiori all'occhiello dell'agricoltura regionale, nonché
un elemento culturale rilevante, che affonda le proprie radici
in oltre duemila anni di storia e che incarna il simbolo della
tradizione gastronomica mediterranea. Merito di un ambiente
'disegnato' anche dagli ulivi, in primis da quelli secolari, e
soprattutto dell'instancabile lavoro portato avanti con passione
e sacrificio dai produttori locali, veri custodi del territorio.
Occorre comunque - aggiunge Mannelli - rafforzare ancor di più
il nostro impegno nel settore, a cominciare da sempre più mirate
scelte agronomiche, commerciali e tecnologiche, per tutelare e
valorizzare uno dei prodotti simbolo pure a livello turistico
della nostra regione. Un'identità quella dell'Umbria - conclude
Mannelli - che non può che esistere infatti, se non in simbiosi
con l'agricoltura che ne caratterizza la crescita e la qualità
della vita. Il nostro Evo non può più essere considerato una
commodity, ma un vero e proprio alimento, che peraltro
innumerevoli studi indicano come prezioso elisir di lunga vita,
oltre che caposaldo della Dieta Mediterranea".
In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti, si trovano quasi
7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30.000 ettari e
permettono di produrre mediamente circa 65.000 quintali di olio
l'anno. La Dop dell'olio extravergine di oliva Umbria, istituita
nel 1997, è estesa all'intero territorio regionale, che è stato
suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli
Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani).
Altro snodo essenziale della qualità dell'olio umbro, è il
numero dei frantoi: circa 200, che, con una presenza così
capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata
delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza
troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.
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