Lungarotti, storica
realtà vitivinicola dell'Umbria, presenta il "Progetto 1962",
che segna l'inizio del quarto ciclo di vita dell'azienda, con
l'obiettivo di tornare alle radici per raccontare una nuova
contemporaneità.
Lungarotti - spiega l'azienda in un suo comunicato - ha
sempre incarnato valori profondi: famiglia, territorio,
continuità. Con questo progetto, questi valori si rinnovano
nella forma, ma restano saldi nella sostanza. L'Umbria - terra
di mestieri antichi, paesaggi incontaminati e ritmo lento - è al
centro della narrazione: non solo come luogo fisico, ma come
stile di vita da trasmettere al mondo.
Non si tratta di un semplice restyling, ma di un cambio di
passo: un'evoluzione nel pensiero, nelle persone, nella
produzione e nella comunicazione.
Progetto 1962 prende il nome dalla prima annata del Rubesco
e Torre di Giano, le due etichette simbolo di Lungarotti
rivisitate nella forma e nella sostanza. I nuovi Rubesco 62 e
Torre di Giano 62 si distinguono per "uno stile gustativo più
snello, fresco, immediato e trasversale".
Il progetto si fonda su tre dimensioni stilistiche: quella
gustativa, quella visiva e quella comunicativa. Vini dalla netta
espressione varietale, ottenuti da vitigni resilienti al
cambiamento climatico, come il Sangiovese e il Trebbiano, che
vedono una raccolta leggermente anticipata ed una vinificazione
la cui cura mira ad esprimere al meglio la terra d'origine. Tra
le caratteristiche del processo che raccontano questa cura, le
temperature di fermentazione più basse - per limitare
l'estrazione - nel rosso, ed un passaggio più lungo sulle fecce
fini per il bianco, per contribuire a caratterizzarne la
struttura.
Accompagna il cambiamento un nuovo design senza tempo,
ispirato alle prime etichette degli anni '60.
"Il Progetto 1962 è solo l'inizio di un piano strategico
triennale che vuole portare nel mondo l'Umbria e il suo stile di
vita lento" spiega Chiara Lungarotti, amministratore delegato
dell'azienda. "Un percorso - aggiunge - fatto di concretezza,
eleganza, autenticità e legame con il territorio".
Il rinnovamento di Lungarotti tocca ogni aspetto della vita
aziendale: nuove professionalità sono entrate in azienda. Lo
stile enologico evolve verso una "maggiore immediatezza del
sorso, freschezza e bevibilità, mantenendo eleganza e
autenticità". Nel marketing e la comunicazione viene adottato un
approccio più contemporaneo, emozionale e narrativo. Vengono
introdotti nuovi strumenti digitali. L'ospitalità assume una
nuova dimensione con l'Enoteca della cantina, il wine shop dove
è possibile degustare e pranzare, completamente rinnovato, che
affianca le altre strutture d'accoglienza di Lungarotti,
dall'agriturismo Poggio alle Vigne alla ristorazione
dell'Osteria del Museo, situata accanto al Museo del vino.
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