"L'identificazione dei bovini
allevati con modalità all'aperto o di carattere estensivo
mediante bolo ruminale crea difficoltà oggettive a livello
gestionale dell'animale. Tuttavia rispetto all'imbolatura le
Regioni non possono derogare in quanto si tratta di normativa a
carattere nazionale": è quanto sostanzialmente emerso
dall'audizione di oggi in Seconda commissione, presieduta da
Valerio Mancini sulle "nuove modalità di identificazione degli
animali da allevamento", a cui sono state invitate associazioni
agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura), di allevatori e
responsabili del sistema sanitario regionale.
Condivise da tutti i soggetti auditi - si legge in una nota
di Palazzo Cesaroni - le criticità riscontrate nell'applicazione
e nell'adeguamento al nuovo sistema di identificazione nella
specie bovina. Rispetto al bolo endoruminale sono stati
sottolineati i rischi per l'incolumità degli operatori, in
particolare nel caso di bovini al pascolo, ma non solo, anche
rischi per la salute ed il benessere dell'animale poiché
necessitano sistemi di cattura per provvedere all'applicazione
del bolo. Sono state rimarcate inoltre altre criticità rispetto
all'utilizzo di questo strumento.
Tra le proposte alternative al bolo endoruminale, il tag
auricolare che "garantirebbe una serie di vantaggi quali, tra
gli altri, una maggiore facilità di applicazione, maggior
benessere dell'animale, facilità di identificazione del capo,
eliminazione della necessità di acquistare e trasportare
attrezzature e macchinari destinati alla cattura degli animali".
I rappresentanti del sistema regionale della sanità animale,
dopo aver spiegato la materia e risposto ad alcune domande,
hanno assicurato la "disponibilità per portare la problematica
al livello ministeriale".
Thomas De Luca (M5S) ha proposto di approfondire la
problematica in Commissione anche attraverso riferimenti
specifici, a livello normativo, con altre regioni. "Non mettiamo
in discussione l'importanza della tracciabilità - ha spiegato -
, ma la possibilità di poter percorrere strade alternative
rispetto all'identificazione dell'animale". De Luca ha chiesto
anche di verificare lo stato d'attuazione della Risoluzione
approvata all'unanimità dall'aula ad inizio dello scorso mese di
marzo circa "Provvedimenti a tutela e sostegno del settore
agricolo umbro". Sulla stessa linea il consigliere Michele
Bettarelli (Pd) che dopo aver auspicato una semplificazione
delle procedure ed un documento condiviso della Commissione da
portare in Aula, ha sottolineato la "necessità di capire la
messa a terra di quanto l'Assemblea legislativa ha approvato a
marzo rispetto agli interventi necessari per rispondere alle
molteplici criticità del mondo agricolo".
Anche per Manuela Puletti (Lega) è importante "intervenire
con ogni mezzo normativo possibile rispetto alle modalità di
identificazione degli animali" e Vincenzo Bianconi (Misto) ha
auspicato "il buon senso per percorrere la strada migliore
poiché a livello nazionale è stata scelta una modalità di
difficilissima applicazione". Per il presidente Mancini è stato
"molto importante quanto ascoltato. Tutti hanno concordato che
le procedure previste dai regolamenti europei o dalle normative
nazionali mettono in difficoltà il sistema degli allevamenti non
solo in Umbria, ma anche in altre regioni italiane. Questa
Commissione, per prima in Italia, solleva questo problema che
essendo di ambito nazionale dovrà trovare accoglimento anche e
soprattutto nei superiori livelli istituzionali".
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