"Ringrazio la presidente Proietti
per la grande sensibilità per avermi affidato la delega sulla
pace. Siamo orgogliosi di aver riportato in Umbria questa
delega": così, in Aula, Fabio Barcaioli (assessore regionale a
istruzione, welfare, politiche abitative, pace e
partecipazione), nel corso del dibattito dell'Assemblea
legislativa sulle linee programmatiche esposte dalla presidente
della Giunta regionale, Stefania Proietti.
"La mia generazione - ha continuato Barcaioli, secondo quanto
riferisce un comunicato della Regione - pensava che la guerra
fosse stata messa in un cassetto. Ma oggi sembra che la guerra
sia l'unico strumento delle controversie internazionali. Per
questo è estremamente importante iniziare a parlare di pace e
tessere il filo rosso della diplomazia. Lo faremo con grande
entusiasmo e impegno. Ma, un po' scherzando, tra noi diciamo che
l'ambientalismo senza la lotta sociale è giardinaggio. Le
questioni sociali stanno nella politica. E la guerra è anche
questo: le diseguaglianze sono la base che sta dietro a tutti i
conflitti".
"Cercherò di far stare insieme - ha affermato ancora
l'assessore - la delega alla pace con quella del welfare, del
diritto allo studio. Appena arrivati abbiamo subito affrontato
il problema del dimensionamento scolastico, a cui nessuno aveva
messo mano. In 10 giorni abbiamo dato seguito ad un lavoro che
aveva fatto solo la provincia. Abbiamo cercato di mantenere le
scuole, almeno nelle aree interne, dove sono fondamentali. Il
ministero ci ha chiesto all'ultimo momento di chiudere due
autonomie scolastiche. Abbiamo risposto al ministro che queste
provocazioni sulla scuola noi non le vogliamo. Abbiamo chiesto
il riconteggio dei dati scolastici in Umbria. Siamo pronti ad
andare al Tar, come hanno fatto altre regioni, contro la
decisione del ministro".
"Tra le tante deleghe - ha aggiunto - ho anche il diritto
alla casa, tema estremamente importante. E anche qui abbiamo
trovato numerosi problemi. Il 55 per cento delle case dell'Ater
sono sfitte perché mancano i soldi per le manutenzioni, per
regole interne assurde e per scelte sbagliate dell'Ater. Noi
vogliamo incidere su questi temi. Ma non a parole: mi
confronterò in questa Aula sulle cose che faremo, sulle cose
concrete".
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