"Dal monitoraggio di Arpa è emerso
che la vera pressione ambientale nella zona del Bianco,
soprattutto dal lato francese, non è particolarmente legata alla
viabilità ma agli impianti di riscaldamento. In particolare i
dati della centralina nel centro di Courmayeur non si sono
discostati da quelli relativi ai periodi di normale circolazione
con il traforo in attività". Così in una nota la Regione Valle
d'Aosta, all'esito dell'incontro convocato dal presidente della
Regione, Renzo Testolin, per condividere i risultati degli studi
commissionati ad Arpa Vda e all'UniVda con il fine di conoscere
gli impatti sul territorio valdostano delle chiusure per lavori
- 15 settimane nel 2024, da settembre a metà dicembre - del
traforo del Monte Bianco, in ambito ambientale e in ambito socio
economico.
"Mentre è chiaro - riferisce la Regione - che le emissioni
indotte dal traffico si siano ridotte all'ingresso del tunnel
nella fase di chiusura dello stesso, come rilevato dalla
centralina di Entrèves, è emerso anche che le emissioni
complessive nell'ambito del centro di Courmayeur non sono
significativamente diminuite. In ogni caso, le emissioni
complessive sono di gran lunga inferiori ai limiti normativi e
non denotano un peggioramento della qualità dell'aria, anche
considerando l'importante impatto dei sistemi di riscaldamento".
Inoltre "nel lungo periodo, emerge come, anche in presenza di
un incremento del traffico veicolare da e verso il tunnel, le
emissioni si siano pressoché dimezzate grazie al salto
tecnologico che, nel tempo, ha interessato il parco veicoli, sia
dei mezzi leggeri sia di quelli pesanti".
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