/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Il parroco di Aleppo: "Il nostro Natale tra tensioni e speranza"

Il parroco di Aleppo: "Il nostro Natale tra tensioni e speranza"

Il primo gennaio verrà celebrata la messa per la pace

CITTÀ DEL VATICANO, 26 dicembre 2024, 14:31

Redazione ANSA

ANSACheck
© ANSA/EPA

© ANSA/EPA

Il Natale in Siria è stato celebrato "tra le rassicurazioni delle nuove autorità che noi cristiani possiamo continuare a praticare le nostre usanze, e alcune azioni chiaramente anticristiane accadute qua e là". Lo racconta il parroco di Aleppo, padre Bahjat Karakash.

"Il quadro sul territorio siriano resta disomogeneo: qui ad Aleppo - riferisce il francescano all'ANSA - l'unica variabile è stata l'anticipazione degli orari delle messe, in modo che la gente possa tornare a casa non troppo tardi, visto che la notte potrebbe essere sempre più pericolosa, soprattutto quando manca la corrente elettrica e le strade si svuotano e sprofondano nel buio e nel silenzio".


    "Durante le nostre celebrazioni, le chiese erano piene di fedeli, come ogni anno, mentre una presenza massiccia di agenti di sicurezza e uomini armati hanno protetto i nostri quartieri.
    Questo è stato un buon segno di disponibilità delle autorità civili a vigilare sulla sicurezza, e grazie a Dio nessun incidente è stato registrato", racconta ancora il parroco siriano.


    Padre Karakash ricorda l'episodio accaduto a Skelbiye (una città di maggioranza cristiana ortodossa) "dove era allestito un albero di Natale, e alcuni giovani fanatici, di nazionalità non siriana, gli hanno dato fuoco". Poi "a Damasco, una manifestazione di cristiani arrabbiati hanno chiesto al patriarca greco-ortodosso di intervenire a favore del suo popolo, non solo in riferimento a quanto era accaduto a Skelbiye, ma in seguito alle notizie giunte da Maaloula, il villaggio che parla ancora l'aramaico, che raccontano azioni anticristiane e minacce di vendetta. Ma queste azioni inquietanti non riguardano solo noi cristiani, infatti ieri a Tartus, una città costiera c'è stato un attentato contro le forze dell'ordine, in cui hanno perso la vita quattordici persone; mentre a Homs c'è stata una rissa tra due manifestazioni a sfondo confessionale".
    Per il parroco di Aleppo "mentre il nostro Paese si incammina verso una vera rinascita, si teme l'intrusione di quelle forze che sono interessate a destabilizzare la Siria".


    "Durante l'omelia della messa di vigilia del Natale, ho cercato di incoraggiare i fedeli ad un atteggiamento di speranza, in questo nuovo anno giubilare, e quindi a guardare e diffondere le buone notizie, quei segni, pur fragili, della grazia di Dio che opera in noi: giovani musulmani hanno aiutato a riparare i danni recati all'albero di Natale a Skelbiye e ad una chiesa a Hama; altri ci hanno dato una mano ad allestire il nostro presepe ad Aleppo, ed un signore, anch'egli musulmano, ha donato i fiori per abbellire l'altare in questi giorni di festa".


    "Un altro segno forte sarà la messa del primo gennaio, nella giornata mondiale per la pace, che il nostro vescovo, mons. Hanna Jallouf presiederà, nella chiesa parrocchiale a Knaye, il villaggio di cui è rimasto parroco per oltre vent'anni, quel villaggio che è stato, insieme a Yaqubiye, un simbolo della resistenza pacifica dei cristiani, che hanno conservato la fede e l'attaccamento alla loro terra durante gli anni bui di feroce persecuzione. Oggi, questo villaggio sarà simbolo di un inizio nuovo, nel segno della pace", conclude il sacerdote.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza