(di Nina Fabrizio)
Cresce ancora la persecuzione
anticristiana nel mondo in termini assoluti, tanto che il
direttore di Porte Aperte/Open Doors, Cristian Nani, sollecita
l'urgenza di mettere al centro del dibattito pubblico la tutela
della libertà religiosa, mentre il sottosegretario alla
Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove parla senza mezzi
termini di "genocidio di proporzioni bibliche".
I dati allarmanti emergono dal Rapporto World Watch List
2025 della Ong Porte Aperte/Open Doors, presentato questa
mattina alla Camera: nell'ultimo anno "salgono da 365 a oltre
380 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un
livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della
propria fede" (un cristiano ogni sette). Nella nuova edizione,
viene aggiornata la lista dei primi 50 paesi al mondo dove più
si perseguitano i cristiani. I risultati principali del dossier,
oltre all'escalation della persecuzione in termini assoluti,
evidenziano la stabilità della Corea del Nord al primo posto da
23 anni (eccetto che nella WWL 2022); lo scoppio del caso
dell'Africa Subsahariana con un significativo aumento della
violenza ed "effetti preoccupanti anche dalle guerre civili in
Yemen e Myanmar", e il caso Asia Centrale poiché "in tutti i
paesi dell'area peggiorano le condizioni dei cristiani per
effetto di un crescente autoritarismo, con il Kirghizistan ad
avere il maggior aumento del punteggio WWL 2025".
Inoltre, sempre secondo il dossier, "diminuiscono le
uccisioni di cristiani da 4.998 a 4.476, per il calo in Nigeria
che rimane però epicentro di massacri con 3.100 vittime, mentre
aumentano nei Paesi attorno"; rimane "costante l'aumento di
vittime di abusi, stupri e matrimoni forzati (3.944);
diminuiscono gli attacchi contro le chiese (da 14.766 a 7.679),
mentre crescono quelli contro le le case e i negozi (da 27.171 a
28.368)", alimentando gli esodi e il fenomeno di una chiesa
"profuga". Il dossier evidenzia anche il fenomeno di "una Chiesa
nascosta": "in paesi come l'Algeria, la Libia e l'Afghanistan -
si legge -, la presenza cristiana visibile sta diminuendo,
costringendo i cristiani all'isolamento o alla clandestinità".
"Quanti altri cristiani uccisi, sfollati, abusati e
incarcerati dobbiamo contare prima di porre al centro del
dibattito pubblico la libertà religiosa?", dice quindi Nani, che
aggiunge: "Ci sono nazioni come la Corea del Nord, la Somalia,
la Libia, l'Afghanistan, in cui l'unico modo per vivere la fede
cristiana è clandestinamente. Il governo algerino chiude tutte
le chiese protestanti, mentre quello cinese vessa quelle che
osano rivendicare la libertà di credo e quello iraniano va a
caccia di cristiani che si riuniscono nelle case. La Chiesa
nascosta è oggi forse quella più in crescita nel mondo".
Per Delmastro, "dobbiamo aprire gli occhi a un Occidente
stanco, non è vero che dobbiamo vergognarci o essere preoccupati
per un passato coloniale cui molto spesso si associa il
cristianesimo, le terre dove oggi si tenta di cancellare la pur
minima presenza del cristianesimo sono le terre dove è nato il
cristianesimo. Secondo punto - aggiunge -: il cristianesimo da
sempre è ponte tra civiltà diverse, non può esserci un Medio
Oriente pacificato se non vi è una presenza della comunità
cristiana che ha sempre garantito il dialogo interreligioso".
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