"Inauguriamo un anno accademico con
numeri che sono notevolmente in crescita, sia per quanto
riguarda gli studenti sia per quanto riguarda il corpo docente
del personale tecnico amministrativo: per quanto riguarda gli
studenti, stiamo terminando l'immatricolazione ma posso già dire
che quest'anno raggiungeremo un record immatricolati, visto che
siamo intorno ai ventitremila". A dirlo la rettrice Daniela
Mapelli a margine della cerimonia di inaugurazione dell'803/o
anno accademico dell'Università di Padova.
"A crescere saranno anche gli studenti in totale - ha
spiegato - adesso abbiamo più di settantacinquemila studenti
iscritti nella nostra università, di cui l'11% di provenienza
internazionale. Numeri veramente importanti ma l'università che
cresce poi se cresce in tutte le sue componenti e quindi è
cresciuta molto anche nel numero del personale: siamo intorno ai
2800 tra docenti ricercatori, e questo nuovo livello è anche
dovuto al fatto che sicuramente moltissime entrate sono arrivate
dal Pnrr e assieme a docenti e ricercatori siamo riusciti a far
crescere anche i professionisti in forza al personale tecnico
amministrativo". Mapelli sottolinea che l'ateneo "ha previsto
nel piano strategico che per avere un'università agile, e che
risponda continuamente a quelle che solo le sfide, si cerca di
mantenere un rapporto uno a uno tra docenti e ricercatori da una
parte e tecnici amministrativi".
Dando uno sguardo al futuro prossimo e più di prospettiva, la
rettrice ha aggiunto nel discorso di apertura: "le sfide sono
molte - ha osservato - la responsabilità di noi ricercatrici e
ricercatori ci chiama a garantire che i progressi della
conoscenza siano guidati dall'etica e dal rispetto per il bene
comune, promuovendo un impatto positivo e sostenibile sulla
società. Un obiettivo che ci spinge giocoforza oltre il
laboratorio, che si spinge a stringere un patto con la società,
l'ambiente e le generazioni future. Il progresso scientifico,
per essere autentico, deve essere accompagnato da un profondo
senso di etica e consapevolezza dell'impatto delle proprie
azioni. Ogni progresso scientifico o tecnologico ha potenziali
conseguenze che ognuna e ognuno di noi è chiamato costantemente
a valutare".
Ecco perchè "dobbiamo valutare, e valutare ancora, i rischi
associati ai risultati delle nostre ricerche e considerare le
loro possibili ripercussioni negative. Mai come oggi, lo
sviluppo di nuove tecnologie, come ad esempio l'intelligenza
artificiale, la biotecnologia o l'energia nucleare, deve essere
accompagnato da un'analisi dei possibili usi impropri o dannosi.
Abbiamo la responsabilità di vigilare sull'uso delle nostre
ricerche, evitando che queste vengano impiegate per scopi
oppressivi o distruttivi". Per la rettrice è nostra la
responsabilità di vigilare affinché i risultati delle nostre
ricerche non vengano sfruttati, ad esempio, per lo sviluppo di
armi o per il controllo sociale". "Abbiamo una responsabilità
nei confronti della società - ha concluso - e questo ci impegna
a rendere accessibili i risultati dei nostri studi, con una
comunicazione chiara e con un dialogo aperto e costante con la
cittadinanza per favorire la comprensione delle implicazioni
della scienza e, di conseguenza, la presa di decisioni
informate".
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