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L'Università di Padova inaugura l'803/o anno accademico

L'Università di Padova inaugura l'803/o anno accademico

Rettrice, più di 75mila studenti iscritti,di cui l'11% stranieri

PADOVA, 13 febbraio 2025, 11:31

Redazione ANSA

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"Inauguriamo un anno accademico con numeri che sono notevolmente in crescita, sia per quanto riguarda gli studenti sia per quanto riguarda il corpo docente del personale tecnico amministrativo: per quanto riguarda gli studenti, stiamo terminando l'immatricolazione ma posso già dire che quest'anno raggiungeremo un record immatricolati, visto che siamo intorno ai ventitremila". A dirlo la rettrice Daniela Mapelli a margine della cerimonia di inaugurazione dell'803/o anno accademico dell'Università di Padova.
    "A crescere saranno anche gli studenti in totale - ha spiegato - adesso abbiamo più di settantacinquemila studenti iscritti nella nostra università, di cui l'11% di provenienza internazionale. Numeri veramente importanti ma l'università che cresce poi se cresce in tutte le sue componenti e quindi è cresciuta molto anche nel numero del personale: siamo intorno ai 2800 tra docenti ricercatori, e questo nuovo livello è anche dovuto al fatto che sicuramente moltissime entrate sono arrivate dal Pnrr e assieme a docenti e ricercatori siamo riusciti a far crescere anche i professionisti in forza al personale tecnico amministrativo". Mapelli sottolinea che l'ateneo "ha previsto nel piano strategico che per avere un'università agile, e che risponda continuamente a quelle che solo le sfide, si cerca di mantenere un rapporto uno a uno tra docenti e ricercatori da una parte e tecnici amministrativi".
    Dando uno sguardo al futuro prossimo e più di prospettiva, la rettrice ha aggiunto nel discorso di apertura: "le sfide sono molte - ha osservato - la responsabilità di noi ricercatrici e ricercatori ci chiama a garantire che i progressi della conoscenza siano guidati dall'etica e dal rispetto per il bene comune, promuovendo un impatto positivo e sostenibile sulla società. Un obiettivo che ci spinge giocoforza oltre il laboratorio, che si spinge a stringere un patto con la società, l'ambiente e le generazioni future. Il progresso scientifico, per essere autentico, deve essere accompagnato da un profondo senso di etica e consapevolezza dell'impatto delle proprie azioni. Ogni progresso scientifico o tecnologico ha potenziali conseguenze che ognuna e ognuno di noi è chiamato costantemente a valutare".
    Ecco perchè "dobbiamo valutare, e valutare ancora, i rischi associati ai risultati delle nostre ricerche e considerare le loro possibili ripercussioni negative. Mai come oggi, lo sviluppo di nuove tecnologie, come ad esempio l'intelligenza artificiale, la biotecnologia o l'energia nucleare, deve essere accompagnato da un'analisi dei possibili usi impropri o dannosi.
    Abbiamo la responsabilità di vigilare sull'uso delle nostre ricerche, evitando che queste vengano impiegate per scopi oppressivi o distruttivi". Per la rettrice è nostra la responsabilità di vigilare affinché i risultati delle nostre ricerche non vengano sfruttati, ad esempio, per lo sviluppo di armi o per il controllo sociale". "Abbiamo una responsabilità nei confronti della società - ha concluso - e questo ci impegna a rendere accessibili i risultati dei nostri studi, con una comunicazione chiara e con un dialogo aperto e costante con la cittadinanza per favorire la comprensione delle implicazioni della scienza e, di conseguenza, la presa di decisioni informate".
   

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