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Così Casablanca diventò la mecca dei transessuali

Quando il dottor Stranamore si chiamava Georges Burou

CASABLANCA, 17 gennaio 2025, 18:10

Redazione ANSA

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La Clinica del Parco di Casablanca oggi - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Clinica del Parco di Casablanca oggi - RIPRODUZIONE RISERVATA

CASABLANCA - Cominciò tutto quasi per caso. Anzi, per curiosità. E toccò a Georges Burou, medico francese cresciuto in Algeria, trasformare Casablanca nella mecca dei transessuali. L'indirizzo era quello della Clinica del Parco, al 13 di via del Capitano di fregata Jaques Lapébie (oggi via Melouia), nella megalopoli sull'Atlantico. È al secondo e terzo piano di questo immobile che il ginecologo, nato in Francia nel 1910, non lontano dalla frontiera spagnola, e cresciuto a Orano, in Algeria, cominciò a praticare interventi di riassegnazione del sesso. Era il 1956. Il dottor Burou si era trasferito in Marocco per seguire Jeanne "Nounou" Boisvert, la fidanzata, secondo la leggenda che avvolge il suo personaggio. E forse anche perché era stato radiato dall'ordine dei medici francesi per pratica illegale di aborti, ad Algeri, dove dirigeva una clinica ginecologica.

La chirurgia per il cambio di sesso era già stata sperimentata con un certo successo per esempio in Germania negli Anni Venti. Burou che intanto s'era fatto conoscere a Casablanca per la fecondazione in vitro, di cui fu precursore in Marocco, riceve a un certo punto nel suo studio una bella donna, come racconterà in una serie di interviste sulle riviste parigine dell'epoca. "In realtà si trattava di un uomo, l'ho scoperto solo dopo, un tecnico del suono di Casablanca, di 23 anni, vestito da donna (…), con un bel seno che si era procurato grazie a delle iniezioni di ormoni (…). Mi raccontò dei suoi problemi (…), avendo la profonda convinzione che il suo corpo da ragazzo fosse un tragico incidente della natura e irrimediabile (…). Di fronte a questo problema, per me completamente nuovo (…), ho studiato per diversi mesi il bacino maschile e femminile e l'ho fatto ricoverare a casa mia, nella mia clinica, che si trova accanto al mio ufficio e sotto il mio appartamento. L'operazione è durata tre ore. Il paziente rimase convalescente per un mese. Era felicissima oltre ogni dire. L'avevo resa una vera donna".

Da quel momento la Clinica del Parco diventa un indirizzo di riferimento, il tempio del cambio di sesso, in una Casablanca cosmopolita, che ai tempi contava numerosi bikini sulla spiaggia. La tecnica per la vaginoplastica di inversione con rivestimento cutaneo, messa a punto dal dottor Burou, diventerà per alcuni decenni lo standard per quanti, "prigionieri del sesso", come li definì la rivista Time negli anni '70, volevano sbocciare a nuova vita. Star e starlettes della rivista parigina contribuiscono a rendere famoso il chirurgo. Sotto il suo bisturi passeranno tra gli altri Colette Berends, artista olandese e la più famosa transessuale inglese dell'epoca, April Ashley, che nelle sue memorie racconterà atmosfera e dolori di quell'intervento. Servivano 5mila franchi francesi dell'epoca per cambiare sesso, lo racconta Coccinelle star del Music-hall al Carrousel di Parigi, al secolo Jaqueline Charlotte Dufresnoy, che con il romanzo della sua metamorfosi renderà internazionale la fama del dottor Burou, per lei "l'artista".

Nel Marocco che aveva a malapena conquistato l'indipendenza dalla Francia, Burou affiancato dalla moglie "Nounou" Boisvert, tentò comunque di lavorare in silenzio. Nel corso della sua vita, avrebbe eseguito ben oltre 800 vaginoplastiche per pazienti transessuali provenienti da tutto il mondo, ma cercò di mantenere sempre un basso profilo per poter continuare questa parte controversa del suo lavoro in Marocco, paese islamico benché all'avanguardia. Riuscì a fare solo tre operazioni su donne che volevano diventare uomini, riproponendo una tecnica già in uso negli Stati Uniti. Non avrà l'occasione di sperimentare questa nuova pratica. Il dottor Burou morì in mare nel 1987, quando la sua imbarcazione si capovolse durante una tempesta al largo di Mohammedia. Leggenda vuole che ci fossero solo due salvagenti a bordo e che il dottore li fece indossare ai due adolescenti, figli di amici, che erano con lui in barca quel giorno di dicembre.

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