"Abbiamo già iniziato a lavorare" con l'automotive "con il dialogo strategico annunciato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen qualche settimana fa. Daremo seguito al dialogo con i primi elementi di risposta entro 40 giorni". Lo ha detto il vicepresidente Ue Stéphane Séjourné, al summit dell'automotive a Stoccarda, indicando che all'interno del Clean industrial deal del 26 febbraio ci saranno anche "soluzioni di emergenza" per il comparto. Sulle multe per i costruttori "serve un approccio pragmatico: non possiamo indebolire un settore che stiamo cercando di salvare. Ma non dobbiamo tornare indietro sulle ambizioni climatiche, che altro non sono che la direzione della storia".
"Non possiamo limitarci al termico - ha proseguito Séjourné - mentre i mercati globali si stanno gradualmente orientando verso l'elettrico. Lo sapete meglio di me: per la prima volta nel 2024, i consumatori cinesi hanno acquistato più auto elettriche che termiche. Il futuro dell'auto è l'auto pulita. E questo futuro deve essere creato in Europa. Sogno un'industria che renda orgogliosi gli europei e che torni a essere una forza esportatrice", ha sottolineato. L'automotive "rappresenta 13 milioni di posti di lavoro in tutta Europa" ed "è anche una storia di successo economico: vale il 7% del Pil europeo, un terzo degli investimenti privati in ricerca e sviluppo, e un surplus commerciale di oltre 100 miliardi di euro", ha evidenziato Séjourné parlando nella roccaforte dell'industria tedesca definita "un pilastro centrale dell'industria automobilistica europea". "Conosciamo i problemi del settore. Oggi è compito delle autorità pubbliche europee aiutare le aziende a farvi fronte. Quindi ve lo dico forte e chiaro: non abbandoneremo il settore, tutt'altro", ha assicurato il francese, confermando che Bruxelles "presenterà un piano per salvare l'industria automobilistica". Le priorità, ha indicato, saranno tre: "garantire la competitività nel breve termine: obiettivo principale del Clean industrial deal" in arrivo il 26 febbraio, "stimolare la domanda europea di auto pulite e promuovere il made in Europe" - con una "strategia" legata alle flotte professionali", "un mercato dell'usato" da creare, "incentivi positivi che possono essere offerti alle aziende che scelgono di cambiare la propria flotta e accelerare l'elettrificazione" -, e "proteggere l'industria dalla concorrenza esterna sleale, proveniente dalla Cina o da altrove, anche per quanto riguarda gli investimenti". Le azioni concrete in arrivo delineate da Séjourné riguardano ad esempio "la tutela delle catene di approvvigionamento critiche in Europa, creando capacità di produzione e stoccaggio di materie prime e metalli rari qui in Europa" per tagliare la dipendenza dalla Cina e favorendo la "diversificazione" con "partnership con Cile, Argentina, Australia e alcuni Paesi europei". "È inoltre necessario riaprire la produzione europea" e "lavorare per aumentare le infrastrutture di rifornimento e ricarica - ha aggiunto -. In una parola, l'obiettivo è chiaro: tornare ai volumi pre-Covid, consentendo la crescita di un'auto europea, con componenti europei".
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