MODENA, 21 FEB - Destinatario di una misura di confisca di beni, divenuta definitiva nel 2022 e motivata da numerosi precedenti penali oltre a frequentazioni ed interessi con appartenenti alla Camorra, avrebbe fittiziamente intestato due società di Mirandola e Carpi (Modena) ad un prestanome per continuare le attività in ambito edilizio. Non solo, una delle due società aveva eseguito in subappalto irregolare, in concorso con l'amministrazione di un'altra società aggiudicataria di due gare d'appalto pubbliche, per lavori di riqualificazione energetica di una scuola in provincia di Ferrara e di efficientamento energetico ed il miglioramento antisismico di un istituto scolastico in provincia di Reggio Emilia.
L'uomo, un campano residente da tempo a Modena, è a centro di un'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza che ha portato, ieri mattina, su richiesta della procura di Modena, all'emissione di una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di tre indagati per i reati trasferimento fraudolento di valori e subappalto illecito.
Complessivamente sette le persone iscritte nel registro, tre le società coinvolte, sempre del settore edile.
Società riconducibili al principale indagato erano state destinatarie di più interdittive antimafia, sia a Modena che a Bologna. Secondo le indagini coordinate dalla procura di Modena, i lavori in questione sarebbero stati eseguiti nonostante l'assenza di iscrizione della società alla white list della prefettura di Modena: nel 2022 l'ente aveva rigettato l'istanza presentata proprio in considerazione della sussistenza del pericolo di infiltrazione mafiosa. Nelle indagini un ruolo di primo piano è ipotizzato per la coniuge del principale indagato mentre le contestazioni riguardano gli anni che vanno dal 2020 al 2023. Le misure cautelari, fa sapere la procura, sono motivate dal pericolo di reiterazione.
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