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Nel libro “Corro ergo sum” la sfida speciale di Giovanni Zaramella, atleta paralimico

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Nel libro “Corro ergo sum” la sfida speciale di Giovanni Zaramella, atleta paralimico

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Sandonà (Lega-Lv), “storia esemplare di sport e di vita”

02 ottobre 2024, 14:39

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO


  “Una storia di sport e di vita che serve a tutti noi per capire il senso vero dell’esistenza”. Così Luciano Sandonà, presidente della commissione Affari istituzionali e bilancio del Consiglio veneto e consigliere del Carroccio, ha presentato a palazzo Ferro Fini la storia di Giovanni Zaramella, raccontata dal padre Matteo nel libro “Corro ergo sum - Storia disordinata di Giovanni atleta paralimpico”. Giovanni è un atleta paralimpico di 17 anni, affetto dalla sindrome di Down, già 2 volte campione del mondo nella corsa. Allenato da Lucia Bano, da 43 allenatrice della società Aspea, Giovanni va veloce con le sue scarpe chiodate sulla pista d’atletica e, tenendo fede all’esortazione incalzante di Lucia (‘Giovanni, non mollare mai’), sta puntando alle Paralimpiadi di Los Angeles, nel 2028. Il giovane campione di Cittadella, studente all’istituto alberghiero di Castelfranco, con la società Aspea Padova (Associazione sportiva portatori di handicap e affiliati) finora ha conquistato 18 titoli di campione italiano nell’atletica leggera. Gioca anche nella squadra Sport In Veneto di calcio a cinque di Padova con la quale ha finora vinto, assieme ai compagni di squadra, il titolo di campione italiano per tre anni consecutivi.
“Ho scritto questo libro – spiega il papà Matteo - per spiegare come la corsa possa abbattere tutte le barriere. Attraverso la storia di Giovanni, e anche di tanti altri ragazzi e delle loro vite speciali tra disabilità e sport, racconto in maniera divertente i punti di forza, e anche le debolezze, di questi ragazzi, con l’obiettivo di contribuire a superare stereotipi e vecchi luoghi comuni”. Raccontare la storia ‘disordinata’ del figlio consente al papà anche di “togliersi qualche sassolino dalla scarpa” – come scrive Matteo – per mettere al bando quei “sensi di fastidio, pregiudizi e luoghi comuni espressi da chi continua a guardare ai nostri ragazzi come se fossero dei marziani”.
“Ringrazio i miei genitori, la mia allenatrice, i miei compagni di sport: grazie a loro corro veloce e potente”, sorride soddisfatto Giovanni Zaramella, fiero della divisa bianca rossa della società padovana e delle sue medaglie, ma soprattutto orgoglioso per gli apprezzamenti che raccoglie da dirigenti e campioni incontrati nelle gare nazionali e internazionali, che lui cita confidenzialmente per nome. Del suo palmarès sottolinea le due medaglie d’oro di campione del mondo e i due record del mondo nella staffetta 4x100 e 4x400 conquistati a marzo 2024 nei Trisome games, i campionati del mondo di categoria in Turchia.
“Un grazie sincero ai genitori di Giovanni, all’allenatrice, all’Aspea Padova e a quanti lavorano per realizzare i sogni di questi ragazzi – ha concluso Sandonà - Lo sport è strumento di incontro, crescita, inclusione e realizzazione. La crescita del movimento paralimpico e dell’attenzione che sponsor, media e opinione pubblica dedicano a queste gare sono la prova di quanta strada sia stata fatta verso l’inclusione per realizzare una società che sia capace di valorizzare ogni persona. L’auspicio ora è che anche gli atleti con disabilità intellettiva possano partecipare alle Paralimpiadi”.

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