I dati patrimoniali privati - dalla
dichiarazione dei redditi, agli estratti conto bancari degli
ultimi tre anni - di una persona possono finire all'interno di
un procedimento civile di divorzio, per stabilire quanto spetti
pagare per l'assegno di mantenimento della prole, anche se la
persona è un terzo estraneo al contenzioso fra i coniugi? E'
quanto è capitato a un giornalista televisivo fidanzato della
donna
che stava divorziando dal marito ma con cui non ha alcun legame
giuridico, si è visto sottoposto a un'indagine patrimoniale
senza averne saputo nulla. I suoi dati - su disposizione del
Tribunale di Como - sono stati comunicati alle parti in causa.
Il caso tecnico giuridico - che ha avuto rilievo mediatico
nazionale nei giorni scorsi - è in sostanza sul diritto alla
riservatezza tanto che Fedocci ha presentato un reclamo al
Garante della Privacy non avendo alcun titolo giuridico di
contrastare l'ordine del giudice. Ora il deputato di Forza
Italia, Enrico Costa, ex ministro, ha presentato una
interrogazione urgente al guardasigilli Carlo Nordio.
"Numerose fonti di stampa (Sole 24 Ore, Il Giorno, La Verità,
Milano Finanza) riportano la vicenda di E.F. che in ragione del
legame sentimentale con una persona interessata da una causa di
divorzio, è stato destinatario di una analisi molto penetrante
dei suoi rapporti patrimoniali e finanziari - scrive, tra
l'altro, il parlamentare -. Tutta la documentazione si trova
agli atti del giudizio nella disponibilità di una pluralità di
soggetti, senza che l'interessato sia mai stato messo a
conoscenza degli accertamenti sul suo conto". Enrico Costa
chiede se "il Ministro non ritenga che accertamenti
particolarmente pervasivi dei diritti di terzi...riguardanti
dati sensibili di soggetti estranei al procedimento, debbano
essere preceduti da una forma di comunicazione o notificazione
che consenta la conoscenza dell'atto istruttorio, e se non
ritenga, ove ravvisi una lacuna nella disciplina, di intervenire
con iniziativa normativa".
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