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Tra origini e contemporaneità, l'Abruzzo negli scatti di Pompili

Tra origini e contemporaneità, l'Abruzzo negli scatti di Pompili

Mostra ripercorre 30 anni di attività, domani vernissage a Roma

PESCARA, 17 gennaio 2025, 21:01

Redazione ANSA

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L'Abruzzo, con la sua forza evocativa e la sua umanità intrisa di riti antichi, tra i protagonisti degli scatti del fotografo romano Piero Pompili.
    Ecco la mostra antologica "Uomini e no", che ripercorre i 30 anni di carriera dell'artista. Il vernissage è previsto per domani, sabato 18 gennaio, alle 17:00, a Roma, presso Bianco Contemporaneo, in via Reno. La mostra sarà visitabile fino al 22 febbraio.
    Quello con l'Abruzzo, per Pompili, è un ritorno alle origini, un incontro profondo con il territorio che, più di ogni altro, incarna le radici antropologiche del mito. Pompili, che scatta rigorosamente in analogico con una Hasselblad in bianco e nero, si è lasciato ispirare dall'Abruzzo contemporaneo, dove ha ritrovato la suggestione dei rituali e dei volti autentici. Tra le opere in esposizione spicca una potente immagine che rilegge in chiave moderna "La figlia di Iorio" di D'Annunzio. Un lavoro che richiama i temi già esplorati dall'artista negli anni '90, durante il suo viaggio in Albania, e che testimonia la continuità di una ricerca incentrata sull'essenza dell'umano.
    La mostra, che ripercorre oltre trent'anni di carriera di Pompili, include ritratti di uomini e donne, nature morte, architetture e paesaggi urbani. I suoi scatti, carichi di verità e naturalezza, evocano parallelismi con i grandi maestri del passato, da Michelangelo a Leonardo, passando per Canova e Mirone, senza dimenticare gli echi pasoliniani dei suoi celebri pugili.
    La mostra, come ormai nella tradizione della galleria Bianco Contemporaneo, sarà corredata da un cofanetto/cartella d'artista in edizione limitata di 50 copie, con tutte le opere in mostra oltre ad altri scatti scelti dell'autore. I testi che accompagnano le opere sono dell'avvocato Roberto Simeone, di Antonio Franchini, finalista Campiello 2024, di Antonio Calbi, direttore Istituto Italiano di Cultura Parigi, e di Andrea Iezzi, curatore indipendente.
   

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