(di Marzia Apice)
ROBERTO GAROFOLI - BERNARDO GIORGIO
MATTARELLA, GOVERNARE LE FRAGILITA'. ISTITUZIONI, SICUREZZA
NAZIONALE, COMPETITIVITA' (Mondadori, pp.372, 22 euro). La
sicurezza nazionale da tutelare nel tragico scenario delle
guerre e negli squilibri geopolitici attuali. La vocazione
italiana all'export, messa a rischio con i nuovi dazi annunciati
da Trump. Ma anche il nodo della dipendenza energetica
dall'estero, il contrasto all'evasione e la sempre più
necessaria razionalizzazione della spesa pubblica. Sono tante le
sfide che l'Italia sta già affrontando e dovrà affrontare nel
prossimo futuro per mantenere alta la competitività e i livelli
di benessere: per farlo non basterà adottare misure a livello
europeo, ma serviranno anche nuove, più incisive politiche
nazionali. Ne sono convinti Roberto Garofoli e Bernardo Giorgio
Mattarella autori del lungo saggio "Governare le fragilità.
Istituzioni, sicurezza nazionale, competitività", pubblicato da
Mondadori. Ricchissimo di dati, numeri e analisi approfondite e
puntuali - in un'ottica sia italiana che internazionale - il
libro esamina le tante debolezze che rischiano di oscurare i pur
numerosi punti di forza del nostro Paese: il tema cruciale per
gli autori è la necessità non più rinviabile di poter contare su
un sistema di governo rafforzato e su una macchina
amministrativa più efficiente, che siano non solo all'altezza
delle sfide da condurre ma anche in grado di avere il giusto
tempo, dando cioè continuità alle riforme. Tanti, e tutti
complessi, i temi affrontati nel volume, anche alla luce delle
nuove criticità, non soltanto i conflitti che insanguinano il
Pianeta, ma anche la nuova amministrazione Trump. Sul fronte
dell'export, proprio per poter competere ad armi pari di fronte
ad attori internazionali sempre più aggressivi, gli autori
sottolineano per esempio come le dimensioni piccole e medie di
una parte non marginale delle imprese italiane coinvolte nei
processi di internazionalizzazione richiedano una particolare
efficienza del sistema italiano di supporto all'export, anche in
vista dell'attuazione della riforma sull'autonomia
differenziata. Capitolo interessante è quello dedicato alle
fonti rinnovabili di energia: qui il tema dell'aumento della
produzione si lega anche a quello dell'adeguatezza della rete e
quello dello stoccaggio. Va cioè evitata quella che Garofoli e
Mattarella definiscono una situazione "paradossale", ossia nuovi
impianti che finiscano per non essere adeguatamente
utilizzabili, generando energia in aree geografiche e in fasce
orarie nelle quali di energia ce n'è già in abbondanza. Oltre a
un approfondimento su scuola e università, con l'accento posto
su livelli di apprendimento e spesa pubblica ma anche sui divari
- sociali, di genere e territoriali - che il sistema scolastico
italiano non riesce a colmare, ampio spazio viene dato nel libro
all'annosa questione della sanità: qui secondo gli autori è
quanto mai urgente riqualificare la spesa sanitaria, perché il
semplice aumento delle risorse potrebbe non bastare per centrare
l'obiettivo dell'innalzamento in termini di qualità e quantità
degli standard dei servizi offerti. Infine, nel volume torna
anche il vecchio problema, tutto italiano, del ritardo rispetto
ai Paesi europei per tassi di efficienza amministrativa, livelli
di digitalizzazione, tempi giudiziari di definizione delle liti:
fattori purtroppo molto rilevanti nel condizionare competitività
e attrattività del Paese.
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