Una storia esemplare, quella di un
uomo sopravvissuto per miracolo all'orrore del lager, in uno dei
luoghi simbolo della ferocia nazista. Per la prima volta fa
tappa lunedì 27 gennaio, Giorno della Memoria, a Marzabotto,
comune sull'Appennino bolognese passato alla storia per
l'eccidio ai danni della popolazione civile, il viaggio in
Italia dello spettacolo "Storia di un uomo magro". È il toccante
monologo teatrale diretto e interpretato da Paolo Floris,
musiche dal vivo di Pier Paolo Vacca, ispirato a "La ghianda è
una ciliegia" di Giacomo Mameli. Alle 10.30 e alle 21 sarà messo
in scena alla scuola media Giuseppe Dossetti. Organizza
l'associazione Pane & Cioccolata con la collaborazione di Anpi e
Fasi, Federazione dei sardi in Italia.
È la tappa più significativa della nuova tournée nazionale
dello spettacolo di teatro di narrazione, che di anno in anno
coinvolge sempre più scuole, università e comuni e conta ormai
137 repliche, da anni è la pièce più rappresentata in Italia per
il Giorno della Memoria. Oltre 130 le scuole coinvolte negli
anni, con la partecipazione di oltre 25 mila studenti. Nel 2025
lo spettacolo toccherà 13 località di sei Regioni: Emilia,
Toscana, Lombardia, Liguria, Marche e Sardegna.
"È stata l'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani
italiani, a chiederci di portare sul palco lo spettacolo anche
nel luogo dell'eccidio, uno dei più gravi crimini di guerra
compiuti contro la popolazione civile durante la seconda guerra
mondiale ad opera dei nazisti, avvenuta nell'autunno del 1944 e
che causò quasi 800 morti", ha spiegato lo scrittore Giacomo
Mameli durante la conferenza stampa di presentazione della
tournée nell'aula consiliare del Comune di Bosa, presenti oltre
a Paolo Floris, il sindaco Alfonso Marras e la preside del liceo
Rosella Uda con trenta studenti del classico. "Oggi più di prima
- ha sottolineato Mameli -, in un momento incerto per le
democrazie, abbiamo il dovere di ricordare e far ricordare le
tragedie che hanno contrassegnato il Novecento".
Lo spettacolo racconta le vicende di Vittorio Palmas, di
Perdasdefogu, in Ogliastra, scomparso nel 2019, poco prima di
compiere 106 anni. Soldato prigioniero, era scampato alla morte
perché, per due chili in più - ne pesava 37 e non 35 - era
ancora in forza per poter lavorare secondo gli standard folli
imposti nei lager. Sopravvissuto, aveva raccontato: "Sono vivo
per due chili". "Con la tecnica del teatro di narrazione - ha
ricordato il regista Paolo Floris- Vittorio Palmas assurge a
simbolo di tanti uomini comuni che la violenza della guerra ha
trasformato in eroi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA