È stato forse il più grande truffatore degli Stati Uniti e anche il più giovane mai inseguito dall'Fbi. Dopo il film Dreamworks del 2002 con Leonardo DiCaprio e Tom Hanks protagonisti e Steven Spielberg dietro la macchina da presa, Prova a prendermi (Catch me if you can) ovvero la storia vera di Frank Abagnale Jr..che negli anni '60 divenne un mito delle truffe alle banche (riuscì a fingersi anche pilota d'aereo, pediatra e poi avvocato), diventa musical e arriva per la prima volta in Italia nella versione firmata da Piero Di Blasio (già autore del successo di Tutti parlano di Jamie).
Prodotto da Alessandro Longobardi con Viola produzioni, su libretto di Terrence McNally, musiche di Marc Shaiman che firma anche le liriche insieme e a Scott Wittman, lo spettacolo è pronto al debutto dal 27 febbraio al 16 marzo al Nazionale di Milano e dal 19 marzo al 6 aprile al Brancaccio di Roma. "Dopo Tutti parlano di Jamie torno a una storia vera, anche se il protagonista, in realtà, è un truffatore - racconta il regista Di Blasio - È una storia che gioca tutta sulla dualità vero/falso, su un padre che non sa come salvare la famiglia e un figlio che prova in tutti i modi di salvare il padre. Cerca di rifugiarsi nel posto più sicuro del mondo, la famiglia, e quando non lo trova la cerca altrove". L'epopea di Frank Abagnale Jr., che alla fine verrà arruolato dalla stessa Fbi nel reparto antifrode, inizia infatti a diciassette anni, quando la sua famiglia finisce in bancarotta e il padre non riesce a trovare sostegno in nessun istituto di credito.
"Frank - dice Di Blasio - scoprirà che crescere vuol dire cambiare e cambiare porta verso una responsabilità più grande: scegliere". In scena, un cast di 18 attori e ballerini, orchestra dal vivo con la direzione musicale di Angelo Racz e le coreografie di Rita Pivano, e protagonisti il debuttante Tommaso Cassissa nei panni di Frank jr, Simone Montedoro in quelli del padre e Claudio Castrogiovanni, che torna al musical in quelli di Carl Hanratty, l'agente che inseguirà Frank per mezzo mondo. Il tutto tra atmosfere e note anni '60 alla Frank Sinatra e Dean Martin. "McNally ha scritto il musical come uno show televisivo di quegli anni d'oro - prosegue il regista -. Io l'ho trattato come fosse un varietà del sabato sera di Walter Chiari, con un presentatore che arriva a raccontare la sua storia". "Ho sempre canticchiato, un po' recitato, ma mai avevo fatto tutto insieme davanti a un pubblico e su un palco - sorride Tommaso Cassissa -. In comune con Frank jr? Ho il far finta che tutto sia sempre sotto controllo - sorride -. In questi mesi, però, ho studiato molto". "In un panorama italiano in cui si scommette poco sulla creatività artistica è gratificante trovare un progetto come questo", aggiunge Castrogiovanni. "Rispetto al film? Qui si evidenziano di più le fragilità dei personaggi grazie alle canzoni", risponde Montedoro. Lo spettacolo è uno dei titoli di punta del 2025 del Brancaccio. "Abbiamo chiuso il triennio 22-24 in crescita, uscendo dalle forche caudine del Covid - racconta Longobardi -. Ci stiamo preparando per il triennio 25-27, intanto quest'anno siamo riusciti a fare circa 15mila giornate contributive, 500 recite. È stato un 2024 galoppante e questo significa dare lavoro ad attori, tecnici, autori, e tutti coloro che sono dentro il mondo del teatro. I quattro spazi che sono sotto Viola produzioni, ovvero il Brancaccio, la Sala Umberto, lo Spazio Diamante, lo Spazio Impero e le tre scuole stanno dando i loro frutti, dopo anni di lavoro, in una città bellissima ma complicata come Roma".
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