"In Italia particolarmente, la
politica e' troppo presente nel mondo dell'arte. Il nostro
lavoro ha bisogno di continuità e stabilità. I teatri devono
difendersi e a volte bisogna saper dire dei no". Il saluto di
Stephan Lissner a fine mandato come soprintendente del San
Carlo, tra gli applausi e l'affetto del Massimo ("In cinque anni
nessuno sciopero, i lavoratori prima di tutto"), è l'occasione
per ripercorrere anni non facili (dal 'debutto' con il Covid
alla celebre 'decadenza' dopo il decreto che metteva uno stop
agli over 70 e la seguente battaglia legale vinta), ma
soprattutto di crescita e successi.
Lissner, che ha ringraziato il direttore generale Emmanuela
Spedaliere e il coordinatore artistico Ilias Tzempetonidis, ha
sottolineato però anche le 'fragilità' del Massimo: "la prima è
che è un teatro del sud, i contributi non sono a livello della
sua importanza, anzi dal mio arrivo sono calati. E poi non è
possibile che tra Regione e Comune non ci sia unità per il
proprio teatro e che il San Carlo debba risentire delle
tensioni. I privati chiedono la stabilità che le istituzioni
dovrebbero dare".
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