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Vespa, no a censure sull'informazione, politica c'è anche in Bbc

Vespa, no a censure sull'informazione, politica c'è anche in Bbc

La lectio magistralis del giornalista: 'Rai è punto di forza'

ROMA, 18 febbraio 2025, 15:40

Redazione ANSA

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"Il rapporto tra potere e media fa parte della storia, ma i giornalisti non devono accettare nessuna forma di censura. In Rai siamo fortunati ad avere un editore pubblico che è il Parlamento, perché proprio per questo possiamo garantire correttezza e pluralismo; anche a fronte di offerte molto generose dei concorrenti privati non sono mai andato dall'altra parte perché ritengo che la Rai sia un punto di forza della cultura e dell'informazione italiana". E' Bruno Vespa a sintetizzare così le prerogative del servizio pubblico intervenendo all'inaugurazione del corso 'Media, Informazione e Potere' della scuola di formazione politica Spes Academy "Carlo Azeglio Ciampi", presso l'Europa Experience David Sassoli di Roma. Non una Lectio Magistralis come da programma perché, chiarisce subito Vespa, "non ne faccio, ma vi propongo riflessioni da cronista che sta in Rai da 64 anni". Il conduttore esordisce elogiando il richiamo della scuola a Ciampi "a cui ho voluto bene e di cui ricordo la comune commozione quando in visita nella mia città, L'Aquila, venne alla caserma degli alpini e ci commuovemmo tutti. Ci voleva una persona che aveva fatto la Resistenza per sdoganare la parola patria". Parte dagli Usa e dall'avvento di Trump il giornalista per dire che "in questo mestiere meraviglioso puo' cambiare tutto ed è cambiato tutto dalla sera alla mattina: mai gli Usa sono stati tanto lontani dall'Europa come in questo momento". Non facile il rapporto dell'attuale presidente Usa con i media: "in 5 anni ha fatto oltre 2.500 tweet contro la stampa ma è già iniziato il riavvicinamento dei network e dei grandi giornali", certo con condizioni non facili quando si viene espulsi dai briefing "se si chiama il golfo del Messico con il suo nome e non golfo d'America" come accaduto all'Ap.
    In Italia i rapporti tra media e potere sono stati ricostruiti con precisione dal libro 'Le mani sull'informazione' di Paolo Panerai che viene citato da Vespa in una panoramica sull'editoria. "In sostanza abbiamo solo due editori 'puri' cioè Riffeser e Cairo" e nel volume si ricostruisce come "tutti, da Agnelli a Debenedetti, hanno utilizzato i giornali per difendere i loro interessi. In Rai l'editore è il Parlamento e feci scandalo trent'anni fa dicendo che gli editori di riferimento sono i partiti" ricorda sorridendo Vespa che ritiene che "correttezza e pluralismo siano garantiti o non garantiti dai direttori e dai responsabili delle trasmissioni". Come a dire che è una questione di persone e professionalità prima ancora che di sistema, anche se a ulteriore garanzia del pluralismo in Rai ci sono gli organi di controllo: "la Rai è il posto più libero perché siamo sotto gli occhi di tutti, totalmente allo scoperto: se sbagliamo o commettiamo un peccato piccolo o grande ci bacchettano".
    Cio' detto, indignarsi se i politici al potere mettono bocca nella dirigenza delle tv è un po' da ingenui anche per chi invoca designazioni affidate a fondazioni o con società a "scatole cinesi". L'esempio calza anche alla Bbc, modello di riferimento da sempre per la sua correttezza e equidistanza, spiega sorridendo Vespa, che ebbe modo di incontrare Tony Hall, direttore generale della tv britannica e in precedenza ceo della Royal opera house: "Quando gli chiesi perché aveva lasciato l'opera per la tv mi rispose 'me l'ha chiesto Cameron'. Via la politica dalla Rai: a chi lo raccontiamo? Neppure mio nipote di due mesi ci crede".
    All'inaugurazione del corso è intervenuta anche la presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai Barbara Floridia e il direttore della Spes Academy Valerio De Luca, che ha ricordato come l'obiettivo sia quello di formare "una nuova generazione di professionisti consapevoli, capaci di interpretare criticamente il panorama mediatico e di affrontare le sfide della disinformazione".
   

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