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Quando Federica Sciarelli 'incontrò' Truman Capote

Quando Federica Sciarelli 'incontrò' Truman Capote

A Pagine su Rai5 la sua guida alla lettura di 'A sangue freddo'

ROMA, 23 marzo 2025, 19:44

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Se qualcuno mi chiede perché mi è piaciuto 'A sangue freddo' io non so rispondere, ma piace a tutti quelli che l'hanno letto: un libro di grande successo e me lo ha consigliato un bandito, Antonio Mancini, un ex bandito della Banda della Magliana, uno che di crimini se ne intende". È un ricordo personale quello che Federica Sciarelli propone nell'inedita veste di guida alla lettura per il nuovo programma di Rai Cultura sulla letteratura, Pagine, che dedica la puntata in onda lunedì 24 marzo alle 22.50 su Rai5 al romanzo capolavoro di Truman Capote, nato a puntate tra il 1965 e il 1966 e ispirato a un brutale quadruplice omicidio, avvenuto nel 1959, in Kansas.

Federica Sciarelli aveva conosciuto Mancini molti anni fa, quando con Chi l'ha visto? si era occupata del caso di Emanuela Orlandi e lo aveva incontrato per chiedergli se sapesse qualcosa: "Vidi nella povera casa in cui abitava tanti fogli sparsi - ricorda Sciarelli - e gli chiesi cosa fossero. Mi rispose che erano i suoi ricordi di quando era bandito e gli proposi di farne un libro, per raccontare anche quello che aveva sbagliato. Ne fu entusiasta, anche perché questo l'avrebbe tirato fuori dal limbo in cui viveva, lui che non poteva farsi vedere in giro per paura di ritorsioni perché era stato collaboratore di giustizia. Così abbiamo scritto un libro insieme e lui volle dargli un titolo che ricordasse 'A sangue freddo'. Così è nato 'Con il sangue agli occhi'".

 Accompagnando la visione del documentario che racconta la genesi del romanzo di Capote - destinato a segnare profondamente l'autore stesso che aveva incontrato anche i due assassini, arrestati nel 1960, assistendo poi alla loro esecuzione - Sciarelli propone anche una riflessione sull'attualità e su cosa sia cambiato rispetto alla violenza a sangue freddo raccontata dallo scrittore statunitense: "Oggi - spiega - il crimine è in famiglia. I criminali spesso sono dentro le mura domestiche. Non ci sono più la mafia, la 'ndrangheta o la camorra a fare i numeri dei morti ammazzati. Sono i mariti, gli ex fidanzati, i compagni, quelli che si sentono traditi che sono talmente arrabbiati e odiano talmente le donne che decidono di ucciderle, anche se sanno che vanno a finire in galera".

E conclude citando un passo di Capote su uno dei protagonisti, un uomo capace di dare la morte a sangue freddo e sottolinea: "Con o senza motivo. Il motivo del crimine, a volte, ancora non si capisce".

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