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Foster, quando l'anima si riconnette con l'ignoto

Foster, quando l'anima si riconnette con l'ignoto

dal premio oscar per My octopus Teacher

ROMA, 17 gennaio 2025

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Elisabetta Stefanelli) CRAIG FOSTER, 'INTUIZIONE SELVAGGIA' (HarperCollins, pag. 324, euro 19,00. Traduzione di Sara Caraffini). Le otto pagine di ringraziamenti che chiudono lo straordinario racconto di Craig Foster, dove dice grazie a ''familiari, amici, mentori e guide - sia umani che non'', la dice lunga sulla straordinarietà di questo fotografo e documentarista che ha la capacità di riconnettere chi lo segue con la parte più insospettabile della nostra dis-umanità. Tra le foto di questo bellissimo volume, che sfiora il poetico ad ogni pagina, c'è quella di una caverna preistorica che si affaccia sulla False Bay. Ha un ingresso perfettamente a mezzaluna che segna un orizzonte che sembra l'inizio di tutto, la partenza, un occhio senza ciglia sbarrato su un modo diverso di guardare il mondo. Questa è a mio avviso la capacità di Foster, quella di scavarti nell'anima riportando alla superficie qualcosa che avevamo perso. Sfido chiunque a mangiare di nuovo un polpo dopo aver visto quello straordinario capolavoro che è My octopus Teacher, Il mio amico in forndo al mare, che nel 2020 lo ha portato (giustamente) a vincere l'Oscar per il miglior documentario. In queste pagine del resto lui che è ''nato e cresciuto nello sciabordio del mare'', ovvero in Sudafrica, estremità che è ''il battito cardiaco del mondo'', parte da quel luogo ancestrale che è luogo ancestrale per l'intera umanità.
    Vero o simbolico che sia non ha importanza. Il suo cammino verso le origini è strettamente connesso con la riappropriazione del rapporto con il mare, dove tutto inizia e dove inizia la sua ricerca di una vita diversa quando vola con la moglie Sara ai Caraibi e per quattro mesi, coperti da un telo di plastica, vivono solo di frutti della natura. Quel mare che accoglie il cordone ombelicale del figlio, e la richiesta di matrimonio per la seconda moglie Swati. ''Ma siamo fatti d'acqua e dall'acqua veniamo, e quando la nostra anima ha bisogno di cure è spesso all'acqua che torniamo''. Nuotare tutte le mattine per lui è una forma di meditazione, anche se lo fa senza muta pure quando la temperatura scende sotto i dieci gradi, ripensando ai 25 anni passati a fare riprese con ''cervello, polmoni e fegato pieni di parassiti raccolti nelle foreste del Gabon e nei laghi del Malawi e del Ruanda''. Liberarsi di quel malessere, fisico e mentale, dei danni, e cercare di connettersi, di riflettere sul fatto che anche l'anima, come due conchiglie cresciute in una bottiglia, ''può sentirsi al sicuro nel piccolo mondo dell'ego, apparentemente protetta dal grande ignoto esistenziale''.
   
   

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