La riforma delle
procedure per accertare la nullità del matrimonio punta ad
accelerare i processi e non a favorire la stessa nullità. Lo ha
sottolineato oggi Papa Francesco all'inaugurazione dell'anno
giudiziario della Rota Romana.
"Ho sollecitato l'inserimento dell'attività dei tribunali
nella pastorale diocesana, incaricando i vescovi di assicurare
che i fedeli siano a conoscenza dell'esistenza del processo come
possibile rimedio alla situazione di bisogno in cui si trovano.
Rattrista a volte venire a sapere che i fedeli ignorano
l'esistenza di questa via", ha proseguito il Papa ricordando la
riforma da lui voluta nel 2014.
"Inoltre, è importante che venga assicurata la gratuità delle
procedure, perché la Chiesa manifesti l'amore gratuito di Cristo
dal quale tutti siamo stati salvati". Il Papa ha proseguito: "Ha
guidato la riforma, e deve guidare la sua applicazione, la
preoccupazione della salvezza delle anime. Ci interpellano il
dolore e la speranza di tanti fedeli che cercano chiarezza
riguardo alla verità della loro condizione personale e, di
conseguenza, riguardo alla possibilità di una piena
partecipazione alla vita sacramentale. Per tanti che hanno
vissuto un'esperienza matrimoniale infelice, la verifica della
validità o meno del matrimonio rappresenta un'importante
possibilità; e queste persone vanno aiutate a percorrere il più
agevolmente possibile questa strada".
Francesco sottolinea che "lo scopo del processo non è quello
di complicare inutilmente la vita ai fedeli né tanto meno di
esacerbarne la litigiosità, ma solo di rendere un servizio alla
verità". Ma chiarisce che "la recente riforma ha voluto favorire
non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi, non
meno che una giusta semplicità, affinché, a motivo della
ritardata definizione del giudizio, il cuore dei fedeli che
attendono il chiarimento del proprio stato non sia lungamente
oppresso dalle tenebre del dubbio".
"I coniugi uniti nel matrimonio hanno ricevuto il dono
dell'indissolubilità, che non è una meta da raggiungere con il
loro sforzo, né tantomeno un limite alla loro libertà, ma una
promessa di Dio, la cui fedeltà rende possibile quella degli
esseri umani. Il vostro lavoro di discernimento sull'esistenza o
meno di un valido matrimonio - ha concluso rivolto ai giudici
della Rota - è un servizio alla salus animarum, in quanto
permette ai fedeli di conoscere e accettare la verità della
propria realtà personale".
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