Cinquant'anni di ricerche, studi,
pubblicazioni, mostre, convegni, premi e didattica nelle scuole
sono racchiusi nel libro "Isuc 1974-2024. Un istituto per la
storia dell'Umbria": il volume, curato dal Comitato scientifico
dell'Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea, è stato
presentato oggi a Palazzo Cesaroni dal presidente Alberto
Stramaccioni, accompagnato dai membri del cts (Alba Cavicchi,
Costanza Bondi, Jacopo Aldighiero Caucci von Saucken e
Massimiliano Presciutti), alla presenza della presidente
dell'Assemblea legislativa Sarah Bistocchi e del vicepresidente
dell'Esecutivo regionale Tommaso Bori.
La presidente Bistocchi - riferisce una nota della Regione -
ha lodato l'iniziativa editoriale "perché è uno spaccato della
grande attività dell'Isuc dal 1974 al 2024 e rende al meglio il
lavoro, l'impegno, i risultati raggiunti nel cammino iniziato
con il primo presidente e fondatore dell'Isuc, Raffaele Rossi,
cui è stato intitolato il circolo del Partito democratico di
Monteluce e Porta Pesa".
"Mi chiedo però - ha aggiunto la presidente - in quanti
conoscono l'Istituto, la qualità del suo lavoro e il livello
delle sue ricerche? Questo è il mio primo impegno: far sì che
l'Istituto venga messo nelle condizioni di conoscere e di far
conoscere, cioè svolgere il suo lavoro, ma anche di essere
conosciuto. Su questo mi prendo un impegno perché va studiata,
imparata, insegnata, promossa la storia, ma anche gli istituti
che se ne occupano, e questo è compito delle istituzioni e della
politica che indossa il vestito delle istituzioni, cioè è
compito nostro. Conoscere il contesto in cui gli individui si
inseriscono e il perimetro sociale entro cui si muovono è
essenziale per cercare di aggiungere tasselli di conoscenza su
un dato periodo o una particolare vicenda, per ricomporre un
quadro più ampio. Il patrimonio storiografico dell'Umbria va
intanto riconosciuto, poi tutelato, se possibile arricchito, di
certo sostenuto. E se questo si ritiene che possa passare anche
per un ripensamento dell'attuale assetto istituzionale
dell'Istituto, una sua rinnovata configurazione, noi siamo a
disposizione, perché credo che per costruire il futuro vada
conosciuto il passato, che non ci sia futuro senza passato.
Tutte cose fondatissime, però a questo ragionamento manca un
pezzo: il ruolo del presente. Questo ruolo è assegnato a noi,
quindi se al futuro verrà consegnato e trasferito un passato
oppure no, questo dipenderà dal presente e dal lavoro che noi
saremo in grado di fare oggi".
Nel corso della presentazione, Stramaccioni ha evidenziato
che "l'Isuc ha vissuto con quattro leggi istitutive, quattro
statuti ma non ha ancora una sua autonomia gestionale e va
avanti con una certa precarietà nella gestione amministrativa.
Abbiamo il contributo annuale dell'Assemblea legislativa ma non
l'autonomia per assumere ricercatori o personale da impiegare,
finora sono stati dislocati nell'Istituto vari impiegati ma
chiediamo che l'Assemblea legislativa gli riservi un'attenzione
particolare, scongiurando un lento declino. Può essere
ricompreso in un'altra struttura, oppure mantenere il profilo
istituzionale con una fondazione, con i privati".
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