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Evade fisco e investe in criptovalute, sequestrati 2,3 milioni

Evade fisco e investe in criptovalute, sequestrati 2,3 milioni

Soldi su banca lituana poi chiusa, indagato imprenditore etneo

CATANIA, 31 marzo 2025, 11:45

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Beni per 2,3 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza di Catania nei confronti del titolare di una ditta individuale di Paternò attiva nel settore della vendita di contratti energetici e telefonici per presunti ricavi non dichiarati per oltre 12 milioni di euro e una conseguente evasione d'imposta per oltre 5,5 milioni di euro. Destinatario del provvedimento è l'imprenditore catanese Sergio Virgillito, 44 anni, indagato dalla Procura di Catania per omessa dichiarazione e autoriciclaggio. Il decreto di sequestro è stato emesso dal gip su richiesta della Procura su indagini della compagnia della guardia di finanza di Paternò basate anche sull'analisi di documenti acquisiti tramite le amministrazioni finanziarie lituane e tedesche.
    Secondo l'accusa, l'indagato avrebbe "predisposto un complicato sistema di autoriciclaggio, anche attraverso piattaforme di cambio valuta virtuale (exchange di criptovalute), con una banca con sede in Lituania, per un controvalore di circa un milione di euro". L'istituto di credito in questione, ricostruisce la Procura di Catania, è stato poi "chiuso dalle autorità locali per violazioni in tema di antiriciclaggio e di contrasto del finanziamento al terrorismo".
    Alla luce delle evidenze emerse il gip, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivo anche per equivalente, di somme, beni, disponibilità finanziarie e altre utilità in uso all'indagato e sino alla concorrenza della somma di 2.362.900,52 euro, valore corrispondente all'evasione al netto degli importi derivanti da accertamento induttivo valevoli esclusivamente in ambito amministrativo-tributario. L'attività di polizia giudiziaria, eseguita dai finanzieri della compagnia di Paternò col personale del nucleo speciale Tutela privacy e frodi tecnologiche, ha permesso di sottoporre a sequestro penale denaro contante, somme giacenti sui conti correnti bancari, quote societarie, un autoveicolo, un motociclo, due ciclomotori e criptovalute giacenti in un portafoglio virtuale.
   

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