(v. "Istat, nel 2024 confermata l'inflazione..." delle 10.05)
"Il processo di rientro
dell'inflazione può ormai dirsi praticamente concluso: le
rilevazioni definitive Istat per dicembre confermano una
variazione media dell'1,3%, con un tasso annuo dell'1,0%, in
calo rispetto al 5,7% del 2023 e, soprattutto, all'8,2% del
2022. Restano, però, tensioni sui prezzi delle materie
energetiche, che ancora non hanno riassorbito i picchi raggiunti
due anni fa. Nel 2024, infatti, i costi di energia elettrica,
gas e combustibili sono stati ancora superiori di quasi il 70%
ai livelli del 2021. Imprese e famiglie italiane continuano a
pagare tra le bollette più alte d'Europa". Lo riporta in una
nota l'Ufficio economico di Confesercenti.
"Sebbene il quadro generale sia positivo - prosegue - si
stanno iniziando a manifestare, come noto, tendenze rialziste
dei beni energetici. Il prezzo dell'elettricità, a dicembre
scorso, si è assestato su 140 euro al Mwh, il 15% in più della
Germania, il 18% in più della Spagna e il 22% in più della
Francia. Una prospettiva che preoccupa, visto che la riduzione
dei prezzi registrata dagli energetici nel 2024 non è stata
sufficiente a compensare gli aumenti straordinari degli anni
precedenti".
"I prezzi per la voce 'beni e servizi legati all'abitazione',
restano del 35% sopra i valori del 2021 e, come anticipato, a
guidare questa tendenza sono soprattutto le bollette - continua
-. La voce 'energia elettrica, gas e altri combustibili',
cresciuta dell'82,9% nel 2022 e del 2,2% nel 2023, è infatti
diminuita solo del 15,2% nel 2024, restando dunque quasi 70
punti percentuali sopra il livello del 2021. Questa situazione
richiede un monitoraggio costante. Un nuovo rialzo dei beni
energetici potrebbe riportare in alto l'inflazione, con un
impatto significativo sulla spesa delle famiglie. Sarà quindi
essenziale sorvegliare l'andamento dei costi energetici e
valutare interventi mirati per contenerli, come già fatto in
passato".
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